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la scienza e la vita i49


vedeva cosí alto e cosí lungi, quando altrove si disputava ancora di cose teologiche. E -non pensano che l’intelletto italiano vedeva meglio, perché il suo cuore sentiva peggio, mancati i sentimenti, le passioni, le illusioni, che trattengono nel suo volo l’intelletto, e lo tirano nella loro orbita, e impediscono che ne scappi fuori, libero nella sua corsa, ma solitario e infecondo.

La scienza potè cosí poco in Francia, come in Italia, ma per opposte cagioni. Tra noi una vita piena ed agitata compiva allora il suo ciclo, riflettendosi nelle arti e nelle scienze; ivi era nel suo pieno fiore, e il limite vi si manteneva ancora con molto prestigio. La monarchia vi era istrumento di conquista, di unificazione e di gloria; abbondavano i casati illustri, che rappresentavano le glorie nazionali; la religione ricordava le piú nobili tradizioni popolari, Carlo Martello e Carlo Magno, Goffredo, san Luigi, Giovanna d’Arco. Le forze popolari vi erano impetuose, espansive, immaginose ed ambiziose: ciò che è ancora oggi gran parte del genio nazionale. Contro a questa vita robusta e giovane urtò indarno l’ironia di Rabelais, il buon senso di Montaigne, lo spirito severo e prosaico degli ugonotti, la riflessione malinconica di Pascal e le sottigliezze estatiche de’ giansenisti. Lo spirito nuovo potè appena scalfire la superficie di una vita piú rumorosa che seria, nella quale invano cercavi il raccoglimento, la riflessione, la calma e l’equilibrio interiore. Lotte vi furono violente, ardenti, mescolate di scandali e di epigrammi, come portava il genio nazionale; ma «Parigi valeva bene una messa», e gl’interessi pugnavano alla conservazione di una vita, che si sentiva ancora rigogliosa. Lo spirito pubblico, sazio di conquiste e di gloria, si addormentò sotto l’ombra del gran Re e tra le fallaci apparenze del secolo d’oro, di cui erano ornamento letterati e scienziati, pomposo lusso di corte, brillante preludio ad una vita tutta di convenzione, allegra, elegante, sciolta, sotto alla quale ruggivano inesplorate profonditá. Il risveglio fu terribile. Sorse il disprezzo verso tutte le istituzioni nazionali, divenute decorazioni di corte, e in quel disprezzo soffiava l’ironia di Voltaire e la collera di Rousseau. La scienza vi divenne rivoluzione,