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ugo foscolo 83


A diciotto anni scrive:

Addio, buoni e sensibili amici; io mi trattengo con le vostre lettere, io parlo con voi, ed io sento un fascino che mi costringe ad amarvi... L’unico mio compagno, il solo che mi è restato fra le disgrazie, è il cuore.

Piú tardi scrive:

Pieno di pensieri patetici... con gli occhi bagnati... io mi rivolgo a’ miei teneri amici.

Ti par di sentire i singhiozzi del sensibile Ugo. In una sua elegia a Laura trova modo di ficcarci Young e Rousseau:
                                    Era l’istante che su squallide urne
Scapigliata la misera Eloisa
Invocava le afflitte ombre notturne;
     E sul libro del duolo, u’ stava incisa
Eternitate e Morte, a lamentarsi
Veniva Young sul corpo di Narcisa.
               

Queste pose dantesche, queste tenerezze petrarchesche erano il tono della scuola, vita di reminiscenze e d’imitazioni, riflesso de’ libri, impressioni fuggevoli ne’ piú, quando entrano nella vita reale, ma che lasciano vestigi profondi, dove trovano materia che vi risponda. Foscolo era ancora tutto reminiccenze. La sua sensibilitá non è senza ostentazione, e senti la rettorica nel suo entusiasmo. Bonaparte si affaccia dalle Alpi gridando libertá. Le sue vittorie esaltano le immaginazioni, i suoi proclami, le sue promesse svegliano le piú alte speranze: pare vicina l’etá dell’oro. Venezia dichiara la sua neutralitá. Foscolo se ne sdegna. L’onda democratica soverchia l’antica oligarchia. Si vede Foscolo ne’ comizi declamare il processo verbale. Lo si ode tonare nelle adunanze pubbliche, «forma ululati invece di parole». Il sensibile, il malinconico Foscolo entra nella vita pubblica con la posa di Alfieri e con l’accento di Dante. La scuola faceva la sua comparsa in piazza. Tra quell’entusiasmo