Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/47

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te ne dò, se li vuoi, come li dò a gente più riguardevole di te, alle tue padrone, ai nobili e ai parenti dei baroni, ma le fiche te le farò sempre finchè sarai uno stupido, cioè fino alla tua morte.... Te li darò....

E andò a prendere cinque lire d’argento.

Efix se ne andò, con la moneta nel pugno, seguito dai saluti ironici della donna.

— Di’ alle tue padroncine che si conservino bene.

Ma egli era deciso a sopportare ogni pena pur di far bella figura all’arrivo di don Giacintino. Voleva comprarsi una berretta nuova per riceverlo, e scese quindi alla bottega del Milese, rassegnandosi anche a salutare l’uomo seduto sulla panchina. Era don Predu, il parente ricco delle sue padrone.

Don Predu rispose con un cenno sprezzante del capo, da sotto in su, ma non sdegnò di tender l’orecchio per sentire cosa il servo comprava.

— Dammi una berretta, Antoni Franzì, ma che sia lunga e che non sia tarlata....

— Non l’ho presa in casa delle tue padrone, — rispose il Milese che aveva la lingua lunga. E fuori don Predu raschiò in segno di approvazione, mentre il negoziante si arrampicava su una scaletta a piuoli.

— Tutto invecchia e tutto può rinnovarsi, come l’anno, — replicò Efix, seguendo con gli occhi la figura smilza del Milese ancora