Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/238

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tuo nonno non c’è, vero? Che quando ritorna ti ritrovi a casa.... va, va, e che tua sorella non si accorga che sei venuta.... Col tempo verranno anch’essi qui; ma adesso non irritarli.... Va...

— E se io volessi restare? Che faresti?

— Io? Nulla, Columba! Che posso fare, io, Columba? — egli disse, con un sorriso che la offese più di qualunque minaccia. — Non potrei certo prenderti per il braccio e ricondurti alla porta; ma....

— Io dico che se io restassi, Jorgj, tu finiresti col volermi bene ancora....

— Cristo disse di voler bene anche al nemico: ed io non ti voglio male; ma appunto perchè non ti voglio male ti ripeto: vattene, è meglio per te....

— Ma se io restassi?... Se io restassi?... — ella ripeteva febbrilmente.

— Il tuo posto non è qui. Se tu restassi contro la mia volontà mi faresti credere che vuoi tormentarmi ancora.... È inutile.... è inutile....

Allora Columba tacque, e per alcuni momenti un silenzio grave di tutti i ricordi e di tutti i rimpianti li riunì più che tutte le inutili promesse e le inutili spiegazioni.

Ella parve a un tratto destarsi dal suo sogno e capì che doveva andarsene; ma la pietà e la gelosia la trattenevano ancora.

— Che accadrà di te, Jorgeddu? Come farai?

— Come ho fatto finora....

— Ah. finora? Sei vissuto disperato: avevi chiuso la porta.... eri come un condannato in cella....

— D’ora in avanti non sarà così: farò la pace con tutti, vedrai, persino col nonno: diglielo, anzi: se vuol venire che venga....

Columba scuoteva la testa, curva, a occhi chiusi, con le mani giunte.