Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/269

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to in tanto a Columba come alla sola ch’era disposta a capirlo, — ebbene, al ritorno ripassa qui e vieni al mio piccolo ovile, poiché non vuoi venirci adesso....

— Che m’importa d’un pitocco idiota? Impiccalo! Bevi, bevi ancora, Iinassè; noi abbiamo fretta di ripartire. Ebbene, sì, al ritorno passerò nel tuo piccolo ovile; fammi trovare un capretto arrostito.

— Va bene, ti farò trovare il capretto arrostito.... «Adiosu», Columbè; buona fortuna e figli maschi. Non dimenticarti del paese natìo.

Ella sentiva un’allusione in ogni parola di lui: e l’improvvisa sollecitudine del nonno a partire aumentava i suoi sospetti. Il cuore le batteva forte, di angoscia ma anche di gioia. Ah, il Signore dunque aveva pietà di lei e le mandava almeno il conforto di veder Jorgeddu purificato dalla sua onta: la verità, risorge sempre, come il sole dopo le tenebre, e la sua luce illumina egualmente la strada ai pellegrini che s’incamminano pregando e ai malfattori che rientrano dopo aver commesso il male....

Ma ella voleva saperla tutta, la verità; in un attimo si sentì riprendere dalle smanie che l’avevano tormentata durante tutti quei mesi di incertezza.

Mentre il marito di Banna, che non aveva aperto bocca ma aveva capito anche lui ogni cosa, sollecitava i giovani a rimettere le selle e i freni ai cavalli, ella si staccò dal tronco e mettendosi davanti a ziu Arras a sua volta strizzò lievemente un occhio.

— Dionisi dunque s’è confessato? Ma il confessore lo ha assolto?

— Io non lo so, Columbè! Non ero io, era prete Defraja, il confessore!

— da parte mia, ziu Innà, ditegli che si con-