Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/12

Da Wikisource.

del Galileo. 3

Geometriche, ne rimettono la causa nell’imperfezzione della materia, che soggiace à molte alterazioni, et imperfezzioni. Mà qui non sò s’io potrò senza inciampare in qualche nota di arroganza, dire che nè anco il ricorrere all’imperfezzioni della materia potenti à contaminare le purissime dimostrazioni Matematiche, basti a scusare l’inobbedienza delle machine in concreto alle medesime astratte et Ideali: tuttavia io pure il dirò affermando, che astraendo tutte l’imperfezzioni della Materia, e supponendola perfettissima et inalterabile, e da ogni accidental mutazione esente, tuttavia il solo esser materiale fà, che la machina maggiore fabbricata dell’istessa materia, e con l’istesse proporzioni, che la minore, in tutte l’altre condizioni risponderà con giusta simmetria alla minore, fuor che nella robustezza, e resistenza contro alle violente invasioni: ma quanto più sarà grande tanto a proporzione sarà più debole. E perchè io suppongo la materia essere inalterabile, cioè sempre l’istessa, è manifesto, che di lei, come di affezzione eterna e necessaria, si possano produr dimostrazioni non meno dell’altre schiette, e pure Matematiche. Però, S. Sagr. revochi pur l’opinione, che teneva, e forse insieme con tutti gli altri, che nella Mecanica han fatto studio, che le machine, e le fabbriche composte delle medesime materie con puntuale osservanza delle medesime proporzioni trà le loro parti, debban’ esser’ egualmente, ò per dir meglio proporzionalmente disposte al resistere, et al cedere alle invasioni, et impeti esterni; perchè si può Geometricamente dimostrare sempre le maggiori essere à proporzione men resistenti, che le minori: si che ultimamente non solo di tutte le machine, e fabbriche artifiziali, mà delle naturali ancora sia un termine necessariamente ascritto, oltre al quale nè l’arte nè la natura possa trapassare: trapassar dico con osservar sempre l’istesse proporzioni con l’identità della materia.

Sagr. Io già mi sento rivolgere il cervello, e quasi nugola dal baleno repentinamente aperta ingombrarmisi la mente da momentanea et insolita luce, che da lontano mi accenna e subito confonde et asconde imaginazioni straniere, et indigeste. E da quanto


A  2 ella