Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/14

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del Galileo. 5

non potrebbe sostenere i suoi rami sparsi alla similitudine di una di mediocre grandezza, e che la natura non potrebbe fare un cavallo grande per venti cavalli, nè un gigante dieci volte più alto di un huomo, se non ò miracolosamente, ò con l’alterar’ assai le proporzioni delle membra, et in particolare dell’ossa, ingrossandole molto, e molto sopra la simmetria dell’ossa comuni. Il creder parimente che nelle machine artifiziali egualmente siano fattibili, e conservabili le grandissime e le piccole, è errore manifesto: e così per esempio piccole Guglie, Colonnette et altre solide figure, sicuramente si potranno maneggiare, distendere, e rizzare senza risico di rompersi, che le grandissime per ogni sinistro accidente andranno in pezzi, e non per altra cagione, che per il loro proprio peso. E qui è forza che io vi racconti un caso degno veramente di esser saputo, come sono tutti gli accidenti che accascano fuori dell’aspettazione, e massime quando il partito preso per ovviare à uno inconveniente riesce poi causa potissima del disordine. Era una grossissima colonna di marmo distesa, e posata, presso alle sue estremità, sopra due pezzi di trave; cadde in pensiero dopo certo tempo ad un Mecanico, che fusse bene per maggiormente assicurarsi, che gravata dal proprio peso non si rompesse nel mezzo, supporgli anco in questa parte un terzo simile sostegno: parve il consiglio generalmente molto opportuno, ma l’esito lo dimostrò essere stato tutto l’opposito, atteso che non passarono molti mesi, che la Colonna si trovò fessa, e rotta giusto sopra il nuovo appoggio di mezzo.

Simp. Accidente in vero maraviglioso, e veramente præter spem, quando però fusse derivato dall’aggiungervi il nuovo sostegno di mezzo.

Salv. Da quello sicuramente derivò egli, e la riconosciuta cagion dell’effetto leva la maraviglia: perche, deposti in piana terra i due pezzi della Colonna, si vedde che l’uno de i travi, su ’l quale appoggiava una delle testate, si era per la lunghezza del tempo infracidato, et avvallato, e restando quel di mezzo durissimo, e forte, fu causa, che la metà della Colonna restasse in aria abbando-


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