Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/36

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del Galileo. 27

ce, bf, questa continuamente presa, e quella con l’interposizione d’infiniti punti vacui, l’ad descritta dal centro, che è un punto solo in qual maniera si potrà chiamare ad esso eguale contenendone infiniti. In oltre quel comporre la linea di punti, il divisibile di indivisibili, il quanto di non quanti, mi paiono scogli assai duri da passargli: E l’istesso dover ammettere il vacuo tanto concludentemente reprovato da Aristotele, non manca delle medesime difficoltà.

Salv. Ci sono veramente coteste, e dell’altre: mà ricordiamoci, che siamo trà gl’infiniti, e gl’indivisibili, quelli incomprensibili dal nostro intelletto finito per la lor grandezza, e questi per la lor piccolezza; con tuttociò veggiamo, che l’humano discorso non vuol’ rimanersi dall’aggirarsegli attorno, dal che pigliando io ancora qualche libertà produrrei alcuna mia fantasticheria, se non concludente necessariamente, almeno per la novità apportatrice di qualche maraviglia: mà forse il divertir tanto lungamente dal cominciato cammino potrebbe parervi importuno, e però poco grato.

Sagr. Di grazia, godiamo del benefizio, e privilegio, che s’hà dal parlar con i vivi, e tra gli amici, e più di cose arbitrarie, e non necessarie, differente dal trattar co’ i libri morti, li quali ti eccitano mille dubbii, e nissuno te ne risolvono. Fateci dunque partecipi di quelle considerazioni, che il corso de i nostri ragionamenti vi suggerisce, ché non ci mancherà tempo, mercè dell’esser noi disobbligati da funzioni necessarie, di continuar’, e risolvere l’altre materie intraprese, et in particolare i dubbii toccati dal Sig. Simp. non si trapassino in tutti i modi.

Salv. Così si faccia, poichè tale è il vostro gusto: e cominciando dal primo, che fù, come si possa mai capire, che un sol punto sia eguale ad una linea, vedendo di non ci poter far’ altro per ora, procurerò di quietare, ò almeno temperare una improbabilità con un’altra simile, ò maggiore, come talvolta una maraviglia si attutisce con un miracolo. E questo sarà col mostrarvi due superficie eguali, et insieme due corpi pur eguali, e sopra le medesime dette superficie, come basi loro, collocati andarsi continuamente et egualmente, e


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