Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/329

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dell'impero romano cap. xvii. 323

Scialon e di Macon1, la popolazione ascenderebbe a ottocentomila anime. Nel tempo di Costantino, il territorio degli Edui non dava che venticinquemila capi di capitazione, settemila de’ quali furono liberati da quel Principe dal peso intollerabile del tributo2. Una giusta analogia par che confermi l’opinione d’un ingegnoso istorico3, che i cittadini liberi e tributari non oltrepassassero il numero di mezzo milione; e se nella comune amministrazione del Governo si possono considerare i loro annuali pagamenti circa quattro milioni e mezzo, moneta inglese, se ne ricaverebbe, che sebbene la porzione d’ogni individuo fosse quattro volte maggiore, pure non s’esigeva nella Provincia Imperiale della Gallia, che la quarta parte delle moderne tasse di Francia. Le esazioni di Costanzo possono calcolarsi sette milioni di lire sterline, che furono ridotte a due dall’umanità, o dalla saviezza di Giuliano.

Ma questa tassa o capitazione su’ proprietari di terre, avrebbe lasciata esente una ricca e numerosa classe

  1. Si può fare un’aggiunta di 301,750 abitanti per le Diocesi di Scialon (Cabillonum) e di Macon (Matisco); poichè l’una contiene 200 Parrocchie e l’altra 260. Potrebbe giustificarsi quest’aumento di territorio con molte speciose ragioni. 1. Scialon e Macon erano senza dubbio comprese nella primitiva giurisdizione degli Edui (vedi Danville Not. p. 187, 443). 2. Nella Notizia di Gallia si trovan notate non come Civitates, ma solo come Castra. 3. Non sembra che sieno state sedi Episcopali prima del quinto e del sesto secolo. Contuttocciò v’è un passo d’Eumenio (Paneg. vet. VIII. 7) che con gran forza m’impedisce d’estendere il territorio degli Edui, nel regno di Costantino, lungo le belle rive della navigabile Saona.
  2. Eumen. in Paneg. Vet. VIII. 11.
  3. L’Ab. Dubos Hist. Crit. de la M. F. Tom. I. p. 121.