Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/421

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dell'impero romano cap. xix. 415

Eran osservati i suoi passi, le sue lettere intercettate: e fu costretto dalla prudenza ad evitare le visite dei suoi più intimi amici. A quattro soli de’ suoi più antichi domestici fu permesso di seguitarlo, a due paggi, al suo medico ed al suo bibliotecario; l’ultimo dei quali era impiegato nella custodia d’una pregevol collezione di libri, dono dell’Imperatrice, che studiava le inclinazioni ugualmente che l’interesse del suo amico. In luogo di que’ fedeli servitori, gli fu dato un corteggio, quale in vero conveniva alla dignità d’un Cesare, ma composto da una folla di schiavi, privi e forse incapaci di qualunque attaccamento pel nuovo loro Signore, a cui per la maggior parte essi erano incogniti o sospetti. La sua mancanza d’esperienza poteva esiger l’aiuto d’un savio consiglio; ma le minute istruzioni, che regolavano il trattamento della sua tavola e la distribuzione delle ore, erano adattate ad un giovane che fosse tuttavia sotto la disciplina dei suoi precettori, piuttosto che alla situazione d’un Principe, a cui fosse affidata la condotta d’una importante guerra. S’egli aspirava a meritar la stima de’ sudditi, veniva ritenuto dal timore di far dispiacere al suo Sovrano; e per fino furon fatti svanire i frutti del suo matrimonio da’ gelosi artifizi d’Eusebia medesimanota, 1

    gustie della sua nuova situazione. La provvisione della sua tavola era però sì elegante e sontuosa che il giovane filosofo la rigettò con isdegno „Quum legeret libellum assidue, quem Costantius ut privignum ad studia mitens manu sua conscripserat, praelicenter disponens quid in convivio Caesaris impendi deberet, phasianum, et vulvam, et sumen exigi vetuit et inferri.„ Ammiano Marcellino (l. XVI. c. 5.)

  1. Se vogliam riflettere, che Costantino, padre d’Elena, era morto più di diciotto anni avanti in una matura vecchiez-