Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/422

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416 storia della decadenza

che in questa sola occasione sembra essersi dimenticata della tenerezza del suo sesso e della generosità del proprio carattere. La memoria del padre e dei fratelli rammentò a Giuliano il proprio pericolo, e furono accresciuti i suoi timori dal fresco indegno fato di Silvano. Nella state, che precedè la sua elevazione, quel Generale era stato scelto per liberare la Gallia dalla tirannia de’ Barbari; ma Silvano tosto conobbe che avea lasciato nella Corte Imperiale i suoi più pericolosi nemici. Uno scaltro delatore, sostenuto da varj de’ principali ministri, procurò di ottenere da esso alcune lettere commendatizie; e cancellatone tutto il contenuto fuor che la firma, riempì il voto della pergamena di espressioni che indicavano affari di gran rilievo e di tradimento. L’inganno però, attesa l’industria e il coraggio de’ suoi amici, fu scoperto, ed in un gran consiglio di uffiziali civili e militari, tenuto in presenza dell’Imperatore medesimo, fu pubblicamente riconosciuta l’innocenza di Silvano. Ma troppo tardi si fece tale scoperta; la nuova della calunnia e la precipitosa confiscazione del suo patrimonio aveva già indotto lo sdegnato Capitano alla ribellione di cui era stato sì

    za, sembrerà probabile, che la figlia, quantunque vergine, non poteva essere al tempo del suo matrimonio molto giovane. Ella poco dopo partorì un figlio, che immediatamente morì; quod obstetrix, corrupta mercede, mox natum, praesecto plusquam convenerat umbilico, necavit. Accompagnò essa l’Imperatore e l’Imperatrice nel loro viaggio di Roma, e quest’ultima, quaesitum venenum bibere per fraudem illexit, ut quotiescumque concepisset immaturum abjiceret partum; Ammiano l. XVI. c. 10. I nostri Fisici determineranno, se realmente può esservi tale veleno: quanto a me sono inclinato a credere, che la pubblica malignità imputasse gli effetti del caso a colpa di Eusebia.