Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IV.djvu/109

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xxi 105

della Chiesa. Lo zelante Ilario1, che per causa della particolar durezza di sua situazione era inclinato a diminuire piuttosto che ad aggravare gli errori del Clero dell’Oriente, dichiara che nella vasta estensione delle dieci Province dell’Asia, nelle quali esso era stato esule, potean trovarsi ben pochi Prelati, che avessero mantenuta la cognizione del vero Dio2. L’oppressione, che avea provato, i disordini, de’ quali era stato spettatore e vittima, quietarono per breve tempo le fervide passioni nell’animo suo; e nel seguente passo, di cui non farò che trascrivere pochi versi, il Vescovo di Poitiers s’abbandona, senz’avvedersene, allo stile d’un Cristiano filosofo; „È una cosa„ dice Ilario „ugualmente deplorabile e pericolosa, che vi siano tanti simboli, quante son le opinioni fra gli uomini, tante dottrine, quante inclinazioni, e tante sorgenti di bestemmie, quanti difetti si trovan fra noi, perchè facciamo i simboli arbitrariamente e gli spieghiamo ancora a capriccio. Varj Sinodi hanno successivamente rigettato, ammesso ed interpretato il termine Homoousion. La parziale e total somiglianza del Padre e del Figlio in questi

  1. Erasmo ha descritto con ammirabil buon senso e libertà il giusto carattere d’Ilario. Gli editori Benedettini si son limitati a rivederne il testo, a comporre gli annali della sua vita, ed a giustificarne i sentimenti e la condotta.
  2. Absque Episcopo Eleusio, et paucis cum eo; ex majore parte Asianae decem provinciae, inter quas consisto, vere Deum nesciunt. Atque utinam penitus nescirent! Cum procliviore enim venia ignorarent, quam obtrectarent. Hilar. de Sinod, sive de Fide Orient. c. 63. p. 1186 edit. Bened. Nel celebre Paralello fra l’ateismo e la superstizione, il Vescovo di Poitiers sarebbe restato sorpreso di trovarsi nella filosofica società di Bayle e di Plutarco.