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mente vinti, poichè Attila fu costretto a ritirarsi. Egli aveva esposto la sua persona con la temerità d’un soldato privato; ma le intrepide truppe del centro si erano avanzate oltre il resto della linea: il loro attacco fu sostenuto debolmente, i loro fianchi restaron senza difesa, ed i conquistatori della Scizia e della Germania scamparono da una total disfatta per l’approssimarsi della notte. Si ritirarono dentro il cerchio de’ carri, che fortificavano il loro campo; o gli squadroni, smontati da cavallo, si preparavano ad una difesa, a cui nè le armi nè l’indole loro punto erano adatte. L’evento fu dubbioso, ma Attila s’era riservato un ultimo ed onorevol ripiego. Furono di suo ordine raccolte le selle ed i ricchi fornimenti della cavalleria in un rogo funereo; ed il magnanimo Barbaro avea risoluto, qualora fosse stato forzato il suo trinceramento, di gettarsi nelle fiamme, e privare i suoi nemici della gloria, che per la morte o schiavitù d’Attila1 avrebbero potuto acquistare.

Ma i suoi nemici avevan passato la notte in ugual disordine ed ansietà. L’imprudente coraggio di Torrimondo l’indusse ad inseguire il nemico, finattantochè inaspettatamente si trovò con pochi seguaci nel mezzo de’ carriaggi Sciti. Nella confusione d’un combattimento notturno fu gettato a terra da cavallo, ed il Principe Goto sarebbe perito, come suo padre, se la giovanile sua forza, e l’intrepido zelo de’ suoi com-

  1. Il Conte di Buat (Hist. des Peuples etc. Tom. VII, p. 554, 573) seguitando sempre il falso Idazio, e di nuovo rigettando il vero, ha diviso la disfatta d’Attila in due gran battaglie; la prima vicino ad Orleans, la seconda nella Sciampagna: nell’una, secondo esso, Teodorico fu ucciso; nell’altra fu vendicato.