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152 storia della decadenza

discretamente astenersi dal predire i terremoti, sinchè sia giunto a noverare le stille d’acqua, che colano in silenzio sopra il minerale infiammabile, e misurato abbia le caverne che accrescono colla resistenza l’esplosione dell’aria imprigionata. Senza assegnar la cagione, l’istoria dee distinguere i periodi in cui questi eventi calamitosi sono stati rari o frequenti, ed osservare che questa febbre della terra infuriò con insolita violenza durante il Regno di Giustiniano1. Ogni anno di quel Regno è segnato dai ripetimento di tremuoti, di una tal durata che Costantinopoli fu agitata per più di quaranta giorni, e di una tale estensione che il commovimento si comunicò a tutta la superficie del Globo, od almeno dell’Imperio Romano. Si sentì una scossa d’impulsione o di vibrazione: si spalancarono nella terra enormi fessure, si videro lanciati in aria corpi grossi e pesanti, il mare alternativamente si avanzò e si ritrasse oltre gli ordinarj suoi limiti, ed una rupe fu divelta dal Libano2, e scagliata nei flutti, dove a guisa di molo essa difese il nuovo porto di Botri3 nella Fenicia. Il colpo che

  1. I tremuoti che scossero il Mondo romano nel regno di Giustiniano sono descritti o rammentati da Procopio (Got. l. IV c. 25. Aneddoti, c. 18), da Agatia (l. II p. 52, 53, 54; l. V p. 145-152), da Giovanni Malala (Chronaca, t. II p. 140-146, 176, 177, 183, 193, 220, 229, 231, 233, 234), e da Teofane (p. 151, 183, 189, 191-196).
  2. Altura scoscesa, Capo perpendicolare tra Arado e Botri, detto dai Greci θεων προσωπον, e ευπροσωπον, o λιθοπροσωπον dagli scrupolosi Cristiani (Polib. l. V p. 411. Pompon. Mela, l. I c. 12 p. 87, cum Isaac Voss. observat. Maundrell, Journey, p. 32, 33. Pocock, descript. vol. II p. 93).
  3. Botri ebbe per fondatore Itobal, re di Tiro (anno A. C. 935-903. Vedi Marsham, Canon. Chron. p. 387, 388). Il