Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/191

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dell'impero romano cap. li. 185

Mondo e nell’altro: rinnego colui che fu crocifisso e i suoi adoratori; eleggo Iddio per mio padrone, l’Islamismo per mia religione, la Mecca per mio tempio, i Musulmani per miei fratelli, e riconosco per mio profeta Maometto mandato sulla terra per guidarci alla via della salute, e per glorificare la vera religione a dispetto degli uomini che danno colleghi a Dio„.

[A. D. 633] Non era Bosra lontana da Damasco1 se non quattro giornate, e la brama di conquistarla animò gli Arabi ad assediare l’antica capitale della Sorìa2. Posero campo a qualche distanza dalle mura fra i boschetti e le fontane di quel dilettevole luogo3;

  1. Si trova una minuta descrizion di Damasco presso il Sceriffo Al-Edrisi (Geogr. nubien, pag. 116, 117) e Sionita suo traduttore (Appendix, c. 4) Abulfeda (Tabul. Siriae, p. 100), Schultens (Index Geogr. ad vit. Saladin), d’Herbelot (Bibl. orient. pag. 291), Thevenot (Voyages du Levant, part. I, pag. 688-698), Maundrell (Voyage d’Alep à Jerusalem, p. 122-130) e Pocock (Descript. de l’Orient, vol. II, p. 117-127).
  2. Nobilissima civitas, dice Giustino. Secondo le tradizioni orientali era anteriore ad Abramo o a Semiramide. (Giuseppe, Antiq. jud. l. I, c. 6, 7, p. 24-29 edit. Havercamp. Justin. XXXVI, 2).
  3. Εδει γαρ οιμαι την Διος πολιν αληθως και κης Εωας απασης οφθαλμον, την ιεραν και μεγισην Δαμασκον λεγω, τοις τε αλλοις συμπασιν, οιον ιερων καλλει, και νεων μηγεθει. Και ωρων ευκαιρια και πηγων αγλαια και ωοταμων πληθει, και γης ευφορια νικωσαν, etc. Imperocchè io reputo doversi veramente considerarla per città di Giove, e per occhio di tutto l’Oriente, Damasco io dico, quella santa città è la maggiore fra tutte l’altre anche per la sola magnificenza dai luoghi sacri, e per la grandezza dei templi. Superiore a tutt’altra e per la temperie delle stagioni, e per la va-