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254 storia della decadenza

suo letto: ma che quando vi fu gettato l’ordine del Califfo, le onde ubbidienti si sollevarono all’altezza di sedici cubiti in una notte. L’ammirazione che avevano gli Arabi pel paese allora conquistato, suscitava l’estro sregolato del loro spirito romanzesco. Asseriscono autori gravi che in Egitto si contavano allora ventimila città o villaggi1; che senza parlar dei Greci e degli Arabi, risultarono da una numerazione sei milioni di Cofti tributari2, e venti milioni di Cofti d’ogni età e d’ogni sesso; che lo erario del Califfo riscoteva annualmente da quel paese trecento milioni d’oro o d’argento3. La nostra

  1. Maillet, Description de l’Egypte, p. 22. Segna egli questo numero come opinione comune, e soggiunge che generalmente quei villaggi contengono due o tremila persone, e che in parecchi vive più gente che nelle nostre grandi città.
  2. Eutichio, Annal., t. II, p. 308-31l. I venti milioni furono calcolati dalle massime seguenti: un duodecimo della popolazione per l’età superiore ai sessant’anni, un terzo per quella che non passa i sedici; e la proporzion dagli uomini alle donne di diciassette a sedici. (Recherches sur la population de la France, pag. 71, 73). Il signor Goguet (Orig. des arts, etc. t. III, p. 26 ec.) suppone che l’antico Egitto contenesse ventisette milioni d’abitanti, perchè i millesettecento compagni di Sesostri erano nati lo stesso giorno.
  3. Elmacin (Hist. Saracen. p. 218); d’Herbelot senza scrupolo ammette questo enorme computo (Bibl. orient., p. 1031); Arbuthnot (Tables of ancient coins, p. 262) e il de Guignes (Hist. des Huns, t. III, p. 135) avrebbero potuto ammettere la non meno strana generosità d’Appiano, che dona ai Tolomei (in Praefat.) un’entrata annua di settantaquattro miriadi, settecentoquarantamila Talenti, cioè cento ottantacinque, o circa duecento milioni di lire sterline, se si fa il conto sul valore del Talento di Egitto o di quello d’Alessandria (Bernard, De Ponderibus antiquis, p. 186).