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capitolo decimoterzo 85


era proclive alla lega e alla Dieta per due motivi: il primo per togliersi d’impaccio nella spinosa faccenda della dichiarazione di guerra e far tacere gli scrupoli religiosi che con artifizio infernale erano stati accesi ed alimentati dal ministro austriaco conte Lutzoff. Abbandonando il palazzo eli Venezia e la eterna cittá, l’aulico diplomatico si vantò di aver lasciata una ‛spina’ nel cuore di Pio nono; ed ora tutti sanno cosiffatta spina essere la minaccia di uno scisma nelle provincie cattoliche di Germania, ove il pontefice avesse dichiarato la guerra alla Maestá imperiale ed apostolica di Ferdinando primo. Con l’ordinamento della Dieta la gran difficoltá svaniva: non piú il pontefice ma la Dieta dichiarava la guerra; la coscienza di Pio nono rimaneva illesa da qualsivoglia rimorso. La seconda ragione che spingeva il papa a porgere favorevole orecchio alla proposta del governo napoletano era un certo sentimento puerile e muliebre di gelosia verso Carlo Alberto, del quale Pio nono stesso non aveva forse coscienza, ma che il cardinale Antonelli e i suoi acoliti si studiavano scaltramente di attizzare e di far crescere»1. Io mi penso che il timor dello scisma anzi che lo scrupolo della guerra operasse nell’animo di Pio, non potendo egli affatto ignorare quante volte i papi eziandio buoni combattessero per ragioni men gravi e giustificate di quelle che allora correvano. Quando «i pontefici, ora per caritá della religione ora per loro propria ambizione, non cessavano di chiamare in Italia umori nuovi e suscitare nuove guerre, e poiché egli avevano fatto potente un principe se ne pentivano e cercavano la sua rovina, né permettevano che quella provincia, la quale per loro debolezza non potevano possedere, altri la possedesse»2; l’intento era forse piú giusto e pietoso? Né importa che il nemico fosse della nostra fede, perché le guerre giuste sono lecite contro tutti, le inique contro nessuno. Forse i principi e i popoli a cui i papi del medio evo bandivano la croce addosso erano tutti eretici od



  1. Massari, I casi di Napoli, pp. i35. i36. Consulta Farini. Lo Stato romano, t. ii, pp. 9i-94.
  2. Machiavelli, Stor., i.