Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/116

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114 GOGOL

perchè gli si rizzano i capelli sui capo? Nella nuvola, là, dinanzi a lui, è apparsa una strana figura. Senza esser chiamata, ne evocata, si è invitata da sè in quel convegno, e per di più riluce ancora e gira gli occhi vivaci. I lineamenti, le sopracciglia, gli occhi, le labbra... tutto gli è ignoto; durante la vita intera non l’ha mai veduta. E ciò gli sembra terribile, poichè un invincibile spavento lo invade. Ma la testa sconosciuta, sorprendente, traverso la nuvola, lo guarda fiso. La nuvola dilegua; ma quei tratti ignoti sembrano spiccar meglio, e quegli occhi acuti non gli si staccan di dosso. Lo stregone diviene bianco come un cencio; urla con voce acuta e che non è la sua, rovescia il vaso...

Tutto scompare.


XI

— Calmati, sorella mia diletta! — diceva il vecchio essaul Gorobez: — i sogni dicon di rado il vero.

— Càlmati un poco! — diceva la sua giovine nuora: — farò venire una vecchia fattucchiera, contro la quale non è forza che tenga; lei ti toglierà qualunque turbamento.

— Non temere di nulla! — diceva il figlio, stringendo la sciabola: — niuno potrà torcerti un capello.

In aria cupa, cogli occhi torvi, Caterina li guardò e non seppe rispondere parola.

— Preparai la mia rovina io stessa, lasciandolo fuggire! — disse alla fine. — Non avrò più requie. Ecco, sono oramai dieci giorni che sto con voi a Kiev, e non cessano le lacrime e tormenti. Pensavo, nella tranquillità, di allevare mio figlio per la vendetta... quando mi è riapparso in sogno colui, terribile, terribile! Dio vi salvi dal guardarlo! Il cuore mi sussulta ancora!... «Io ucciderò tuo figlio, Caterina!» ha gridato, «se tu non consenti a maritarti con me!»

E, singhiozzando, si gettò sulla cuna; ma il bambino, intimorito, stese la manina e strillò.

Il figlio dell’essaul ribolliva, schizzava dall’ira, udendo narrare così. Uscì, e lo stesso essaul, alzando gli occhi acuti, esclamò:

— Provi a venir qui, il maledetto anticristo! Sentirà che forze restano nelle mani d’un vecchio cosacco. Sa Dio