Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/117

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NOVELLE 115

se ho galoppato per correre in aiuto del fratel nostro Danilo. Ma fu la santa volontà. Egli riposa nel freddo letto, dove son distesi molti fra i prodi del popolo cosacco. Forse la festa del suo funerale non fu bella quant’egli meritava? Lasciammo un solo Liakho vivo? Quetati, figlia mia! Niuno oserà toccarti, sin che io e mio figlio respireremo.

Così dicendo, il vecchio capitano si avvicino alla cuna, e il piccino, nel veder la stupenda pipa sospesa a una correggia, in una guaina d’argento, e il gaman1 a foco, gli tese le manine e si mise a ridere.

— È tutto il padre! — disse il vecchio capitano, sciogliendo la pipa e dandogliela: — non esce ancora dalla cuna e già pensa a farsi una pipata!

Caterina sospirò lievemente e prese a dondolare la cuna. Convennero di passar la notte insieme; e senza indugiar oltre, tutti si addormentarono. Anche Caterina si assopì.

Nel cortile e nella casa tutto era tranquillo; vegliavan solo i cosacchi alla scolta. D’improvviso Caterina getta un grido, si desta e tutti sussultano con lei. «È morto! È ucciso!» esclamava; e si precipitò verso la cuna...

Tutti circondarono la cuna; e rimasero impietriti dal terrore, vedendo ch’essa non conteneva che un piccino morto.

E niuno poteva profferir parola, istupiditi davanti a quel delitto inaudito!


XII.

Lontano dalla terra d’Ukraina, andando verso la Polonia, e lasciando da banda la popolosa città di Lemberg, si aggruppano montagne dalle alte vette. Addossate le une alle altre, con catene di macigni, avanzano a diritta e a sinistra e cingon la contrada d’un baluardo pietroso, come a proteggerla dall’invasione del mare che mugghia e tuona. Queste catene vanno verso la Valachia e le provin-

  1. Specie di busta, ove si custodiscono l’acciarino, la selce, l’esca, il tabacco, e anche il danaro.