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66 GOGOL

sulle labbra quando di nuovo il boccone andò in gola ad un altro. Fu così del terzo. Allora il nonno montò in furore. Scordando la paura e fra quali artigli si trovava, irruppe minaccioso contro le streghe:

— Orsù! genia di Erode! credete dunque di potervi sempre pigliar giuoco di me? Se non mi recate qui su due piedi il beretto di cosacco, io diventi cattolico se non vi rovescio il grugno alla nuca...

Aveva appena finito di dir queste parole, quando tutti quei mostri digrignarono i denti e dettero in tal scoppio di risa che il nonno sentì gelarsi il cuore.

— Siamo intesi — miagolò una delle streghe, che mio nonno credette la presidentessa, giacchè il suo muso era più brutto di quel delle altre: — noi ti renderemo il berretto... solo quando però tu avrai giuocato con noi tre partite in fila di durak.

Che fare? Un cosacco giuocare al durak con le femmine? Mio nonno si schermì sulle prime, ma poi dovette cedere. Portarono carte unte e bisunte più di quelle che la figlia del pope usa nel divinar chi le sarà promesso.

— Ascolta ora — abbaiò la seconda volta la strega: — se tu vinci almeno una volta sola, il berretto è tuo; ma se perdi, se resti durak le tre volte, non devi prendertela con noi; non solo non rivedrai mai più il berretto, ma forse mai più anche il mondo.

— Dà pure le carte, strega: avvenga che può.

Furon date le carte; mio nonno prese le sue fra mano, ma non valeva la pena neppur di guardarle; ce ne fosse stata, almeno per burla, una sola buona! Tutti colori da scarto, fra cui il dieci, che era il più forte; non una figura; mentre la strega gettava sempre carte maggiori. Mio nonno dovette restare durak; e appena compiuta la prima partita, eccoli d’ogni parte i musi mettersi ad abbaiare, a guaiolare, a nitrire, a grugnire: durak, durak, durak. Vi scoppi la pelle, razza di dannati! esclamò il nonno turandosi le orecchie.

Via, — pensò, — la strega ha barato nel dar le carte; ora tocca a me.

Le dette, volse la carta da presa; guardò il suo giuoco che era buono; vi eran anche delle maggiori. Sulle prime si andò di bene in meglio; ma la strega gettò cinque carte, fra cui dei re. Il nonno non aveva in mano fortunatamente