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gambe, un foro senza fondo; sul capo è sospesa una montagna, che, a quel che sembra, sta per cadergli addosso. Ma ciò che più sorprende il nonno, è il vederne staccare una faccia bruttissima che la guarda; ahimè! un naso, come mantice da fucina; mani, che potrebbero in ognuna contener un vedro1 d’acqua; labbra proprio come due tronchi di albero; occhi rossi che roteavano all’insù, e lingua sporgente che si spingeva a straziarlo.

— Il diavolo sia con te! — disse il nonno, lasciando la pignatta. — Tienti il tuo tesoro! Che terribile strozza!

E si slanciava per darsi alla fuga, quando guardò ancora e si fermò, vedendo che tutto era tornato come prima.

— Era la forza impura che voleva spaventarmi!

Tornò di nuovo verso la pentola... Ma sì: la pentola pesa. Che fare? Non si può tuttavia lasciarla là. E, raccolte tutte le forze, l’afferrò con ambo le mani! «Orsù, d’un colpo, d’un colpo! Ancora su, via!» e la trasse dal foro.

— Uf! Ora ci va una presetta di tabacco!

E trasse la tabacchiera. Prima di versarne, guardò se vi fosse qualcuno. Non anima nata; almeno così gli parve; ma ecco, con stupore, vede un tronco d’albero ansare e respirare, apparir delle orecchie, luccicar occhi vermigli, gonfiarsi mani, arricciarsi un naso e prepaparsi a starnutare.

— No; io non prenderò tabacco! — pensò il nonno, nascondendo la tabacchiera. — Il tabacco salterebbe ancora agli occhi di Satana!

Agguantò senz’altro la pignatta, e si dette a correre a perdifiato; sentiva, dietro, alcuno sferzargli le gambe con una bacchetta.

— Ahi, ahi! — strillava il nonno, pur correndo a tutta possa; e solo quando giunse all’orticello del pope, potè riprender un po’ di fiato.

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Dove mai è andato a perdersi il nonno? pensavamo nell’aspettarlo per tre ore intere. Già la mamma era venuta dalla capanna e aveva portato un terrina piena di galuskij caldi. No; il nonno non c’era. Cominciammo a cenar da soli. Dopo il pasto, la mamma lavò la terrina e

  1. Misura di capacità, equivalente a litri 12,29.