Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/422

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395 Questo è pare un idiotismo nostro elegante di porre la preposizione /7er con rinfinilo,in luogo diy^erc^ècon Tindicativo; cioè per non aver via nè forame del fuoco ^ per non potere^ in luogo di perchè non aveva via^ perchè non potè-va. La costruzione del testo di Dante è questa: Così le pa-^ role grame $1male articolate ) per non aver via nè forame (uscita) del fuoco^ dal principio (da prima) si convertiva-* no in suo linguaggio, (linguaggio del fuoco; cioè quel mor* morare che fa la fiamma dal vento agitata )• • f^oi, graziose donne «sommamente peccate in una cosa^ cioè NEL DESTDERJR d’esser belle. B. a. Noiahhia^ mo durato foiica in far questo. B. 3. Non ve uomod^inge^gno sì limpido che nez comunìCjìre la luce della sapienza non buoi qualcJie ombra d ignoranza. Bar t# 4* Propose di voler prender diletto de^ fatti suoi coi farcii alcuna beffa. B. 5» Egli mi credette paventare col gjttjre non so che nel pozzo. B. 6. 1 medici fanno alle volle pia profitto agli infermi con la quiete e col riposo^ che con £ operare e COL TRArAGLiABE. Part. Uno degli ufficii che fa l’infinito è quello di determinare l’azione d* un verbo che lo precede, e di mostrare tn che modo o con qual mezzo una cosa si opera o si consegne. Queste proposizioni sono un^altra prora di ciò che abbiamo esposto a carte aSS, del non doversi nè potersi confondere Tuna con Taltra le due preposizioni in e con^ che disegnan modo e mezzo d* azione; poichè se si mutassero negli allegati esempj le preposizioni, e si sostituisse Tuna ali* altra«si verrebbe a distruggere il sentimento che comprendono.