fu più bella. Onde, torre il coraggio di rinunziare
a quel fascino? di riaffliggere (come supponeva)
chi avea, già, crudelmente, afflitto, una volta? Eppoi, inesperta
del lubrico sentiero della civetteria, non sapeva fissarsi
limiti da non oltrepassarsi; non adescare, allettare,
promettere, per, poi, farsi indietro e negare. Anzi, considerava,
con lealtà ingenua, ogni promessa come impegno,
ogni concessione come irremeabilis unda. Una stretta di
mano, caldamente corrisposta, una destra, lungamente
abbandonata, ad un premuroso cupido bacio, erano, agli
occhi suoi, come una solenne promessa, perchè aveva
consentito mentalmente. E, dalla mano, si passa al braccio;
e, dal braccio, alle labbra. E chi non sa resistere, non
si esponga; nè dia poste al giardino pubblico, chi non
vuol accompagnare, in casa, l’amico, eppure non ha l’animo
di contrastarlo, di respingerne le insistenze. Summa summarum: fu di lui. Non le costò neppure: o l’amasse
tanto, da non riflettere, oppure, anche di più, tanto, da
non calcolare le conseguenze, possibili, probabili, immancabili.
Non credette e non volle far credere, di consumare un sacrificio; non aggiornò, non procrastinò, non
accampò scuse ed ostacoli. Non temè, neppure, il giudizio
dell’impronto Maurizio, sulla sua tanta facilità: o per
la coscienza del lungo