Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/47

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aden.

da una corta tunica turchina stretta, alla vita con una fune di pelo di cammello; sul capo hanno un turbante parimente turchino, legato con una simile cordicella. Essi sono facchini o cammellieri, occupati nel trasporto delle merci. Con questi dividono i più faticosi lavori i fieri Somali seminudi, dalle membra tarchiate, lucide come ebano lustrato, e vanno superbi della loro folta e ruvida chioma, che sogliono imbozzimare di grasso e calcina, affinchè acquisti quella tinta rossiccia che apprezzano più di ogni altra. Molti vispi fanciulletti, schiavi somali liberati dagli Inglesi, passano la giornata attorno ai bazar ed alle locande di Steamer-Point, sollecitando il bacscise (mancia) dai viaggiatori, ed offrendo loro, per tenue moneta, lo spettacolo di un pugillato.

I pallidi figli d’Israele, il cui volto è qui improntato dei caratteri tradizionali della loro stirpe, esibiscono ai forestieri piume di struzzo, o li invitano a visitare i dintorni nelle loro carrozze, giacchè esercitano la professione di mercadanti o quella di vetturini. Costoro portano i capelli rasi, ad eccezione di due lunghe ciocche arricciate che pendono ai due lati della faccia, e vestono una lunga tunica di lana a larghe maniche, listata inferiormente di fettuccie a colori; un berretto cilindrico e basso copre la loro testa. I doviziosi Parsis, meritamente stimati per la loro onestà ed intelligenza, amministrano i principali negozi, le agenzie dei battelli a vapore ed altri importanti uffici, ma siccome sono in piccol numero, è raro scorgere nella folla multicolore delle vie d’Aden la loro mitra di tela incerata e la toga nera che indossano abitualmente. All’incontro ad ogni passo t’imbatti in Baniani, dalle candide vesti e dai ricchi turbanti fregiati di seta rossa e d’oro, qui venuti per ragioni di commercio. Nelle adiacenze del porto arabo, e più sui mercati, si affollano marinai e mercatanti dell’Egias, del Jemen e dell’Oman, di cui mal saprei descrivere le foggie molteplici dei giubbetti a colori e delle seriche zimarre. Quanto contrasta con questi tipi orientali, degni di figurare nei racconti della sultana Sheerazade, il soldato inglese, che lindo ed attillato, nella sua bianca uniforme, col berretto sulle ventitrè e i capelli biondi accuratamente spartiti sulla nuca, cammina a passo misurato e grave come fosse alla parata!

Taccio, in questa incompleta rassegna, della varietà che s’ag-