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massaua. 45



IV.


Massaua, sua posizione, suo aspetto. — Fisonomia degli abitanti. — Bottegai, facchini, acquaiole di Moncullo. — Cimitero. — La fortezza. — La missione. — Schiavitù. — Raccolte zoologiche nel mare di Massaua. — La vita animale sui banchi madreporici. — Fiori e spine. — Relazioni esistenti tra la fauna marina eritrea e la mediterranea. — Pesca. — Gita alle tombe dei re.


L’isoletta di Massaua, occupata por la massima parte dalla città dello stesso nome, è un banco di madrepore, poco elevato sul livello del mare, situato nel golfo d’Archiko, presso Ras Gerara. Il canale che da quella parte divide la terraferma dall’isola, ne costituisce propriamente il porto, principale sbocco marittimo dei prodotti dell’Abissinia, stazione assai frequentata dalle barche arabe che esercitano il cabotaggio sulle due rive dell’Eritreo. Questo porto, in cui l’arte non ha quasi migliorate le condizioni naturali, è efficacemente difeso dalle mareggiate e dai venti dominanti, ed offre buoni ancoraggi; ma, a cagione della sua poca profondità, i bastimenti di grande portata vi sono confinati in un’area ristretta, nella quale convien loro manovrare con molta cautela, tanto più che i numerosi bassifondi disseminati in quelle acque, non sono indicati da alcun segnale.

Accade però assai di rado che vi approdino grandi navi 1. I piccoli moli della costa di Ras Gerara e la banchina che trovasi

  1. In due mesi di soggiorno in Massaua, vidi entrare in quel porto una corvetta a vela ed una a vapore della marineria egiziana ed un grosso piroscafo della Società di navigazione Kediviè. Presentemente gli approdi dei vapori di questa società, provenienti da Suakin, Gedda e Suez, si verificano due volte al mese; ma all’epoca del pellegrinaggio il servizio rimase sospeso. Il movimento delle barche arabe è invece attivissimo, e non passa giorno in cui non si verifichi qualche partenza o qualche arrivo.