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54 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.

del rito piuttostochè della dottrina, e questa pospongono bene spesso a credenze superstiziose, rimasugli di antichi culti.

A Massaua fanno capo, in gran copia, i prodotti dell’Abissinia e principalmente: pelli greggie o conciate, avorio, caffè, cera, miele, denti di ippopotamo, corna di rinoceronte, muschio, ecc. 1 ed in cambio di queste merci, che sono spedite parte in Egitto, parte in Arabia od alle Indie, si importano armi, vetrerie, stoffe, oggetti diversi di fabbrica europea da Gedda e da Aden, riso, pepe, garofani, zucchero, sete indiane, mussoline da Bombay. Il porto di Massaua mantiene pure attive relazioni con Suakin, Hodeida e coll’Arcipelago di Dahlac, il quale gli somministra perle, madreperle, gusci di tartaruga e pietre da costruzione.

La schiavitù, inevitabile compagna dell’islamismo, fornisce anche a Massaua un triste ramo di commercio, poichè forse un migliaio di Galla od Abissini sono imbarcati clandestinamente ogni anno nel suo porto e nei dintorni per esser poi venduti nei mercati dell’Arabia e dell’Egitto 2. I rapimenti di fanciulli e di donne perpetrati dagli Arabi, mercanti di schiavi, per alimentare la loro colpevole industria, hanno già provocato sanguinose rappresaglie per parte degli Abissini. Nel 1849, per esempio, il governatore dell’Amasen, a cui si era involato un nipote, discese dai suoi monti con forte nerbo d’armati e mise a ferro e a fuoco le terre basse; la stessa Massaua si trovò anche per alcun tempo minacciata.

Checchè se ne dica, nei dominii della Turchia e dell’Egitto, la tratta non fu mai abolita, malgrado le reiterate e perentorie richieste dei potentati europei. In realtà sussiste e fiorisce come per lo passato, ma fu assoggettata bensì a certe cautele, a certe prescrizioni per salvare le apparenze e non urtare il senso delicato degli agenti europei 3. Al Sudan vien sottratto annual-

    il più potente fra i principi cristiani d’Abissinia, e le intestine divisioni che ne furono conseguenza, hanno ravvivato le brame ambiziose dell’Egitto.

  1. Queste mercanzie vi sono in cospicua parte recate da una gran carovana composta di negozianti di Gondar, d’Adua e d’Antalo. Altre due vie principali servono di esito al commercio abissino, l’una che mette pel Sennaar nella valle del Nilo, l’altra che ha per obbiettivo Tagiurra o Zeila sul golfo d’Aden.
  2. Vedasi in proposito il bel lavoro di Lejean intitolato: La traite des esclaves en Egypte et en Turquie. — Révue de deux Mondes, 15 aoùt 1870.
  3. Alla dogana di Assuan, per esempio, gli schiavi sono registrati sotto il nome di cavalli!