Pagina:Le opere di Galileo Galilei IV.djvu/106

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102 discorso


trattiene; come che io voglia, in un certo modo, dare una quasi virtù di calamita all’aria, di sostenere i corpi gravi co’ quali ella è contigua. Io, per soddisfare, per quanto m’è permesso, a tutte le difficultà, sono andato pensando di dimostrare con qualche altra sensata esperienza, come veramente quella poca d’aria contigua e superiore sostien que’ solidi, che, essendo per natura atti a discendere al fondo, posti leggiermente su l’acqua non si sommergono, se prima non si bagnano interamente: e ho trovato che, sceso che sia un di tali corpi al fondo, col mandargli, senza altramente toccarlo, un poco d’aria, la quale con la sommità di quello si congiunga, ella è bastante non solo, come prima faceva, a sostenerlo, ma a sollevarlo e ricondurlo ad alto, dove nella stessa maniera si ferma e resta, sin che l’aiuto dell’aria congiuntagli non gli vien manco. E a questo effetto ho fatto una palla di cera, e fattala, con un poco di piombo, tanto grave che lentamente discenda al fondo, faccendo di più la sua superficie ben tersa e pulita: e questa, posata pian piano nell’acqua, si sommerge quasi tutta, restando solamente un poco di sommità scoperta, la quale, fin che starà congiunta con l’aria, tratterrà la palla in alto; ma, tolta la contiguità dell’aria col bagnarla, discenderà in fondo, e quivi resterà. Ora, per farla, in virtù dell’aria medesima che dianzi la sosteneva, ritornare ad alto e fermarvisi appresso, spingasi nell’acqua un bicchiere rivolto, cioè con la bocca in giù, il quale porterà seco l’aria da lui contenuta, e questo si muova verso la palla, abbassandolo tanto, che si vegga, per la trasparenza del vetro, che l’aria contenuta dentro arrivi alla sommità della palla; di poi ritirisi in su lentamente il bicchiere, e vedrassi la palla risorgere e restare anche di poi ad alto, se con diligenza si separerà il bicchiere dall’acqua, sì che ella non si commuova e agiti di soverchio. È dunque tra l’aria e gli altri corpi una certa affinità, la quale gli tiene uniti, sì che non senza qualche poco di violenza si separano. Lo stesso parimente si vede nell’acqua: perché, se tufferemo in essa qualche corpo, sì che si bagni interamente, nel tirarlo poi fuor pian piano, vedremo l’acqua seguitarlo e sollevarsi notabilmente sopra la sua superficie, avanti che da quello si separi. I corpi solidi ancora, se saranno di superficie in tutto simili, sì che esquisitamente si combacino insieme, né tra di loro resti aria che si distragga nella separazione e ceda sin che l’ambiente succeda a riempier lo