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244 EMILIO SALGARI

Vediamo. —

Alzò il rifle e sparò un colpo in aria. Un istante dopo due detonazioni rispondevano ed a non molta distanza.

Calibro di cacciatori — disse John. — Che cosa vengono e fare qui i canadesi, mentre la frontiera del Dominio è ancora relativamente lontana?

Sapreste voi dirmelo, Sandy-Hook? —

Il bandito fece una smorfia, poi disse un po’ ironicamente.

— Non sono un figlio di Manitou, io. Aspettiamo. —

Si nascosero dietro a dei grossi tronchi d’albero, dopo d’avere condotti i loro mustani indietro almeno un paio di centinaia di metri.

La prudenza non è mai troppa in quelle regioni abitate da indiani sanguinari e da banditi, invece che da onesti coltivatori.

Dopo quindici o venti minuti videro avanzarsi fra gli alberi un drappello composto d’una ventina d’uomini, tutti assai barbuti, di forme vigorose e ben montati.

— Sono Canadesi, John? — chiese il signor Devandel.

— Sì, signore, rispose l’indian-agent. — Ci vuole poco a riconoscerli.

— Allora non abbiamo nulla da temere.

— Non credo.

— E se fossero dei compari del beccamorto? — disse Sandy-Hook, sempre sospettoso.

— Ah, bà! — fece John.

Imbracciò il rifle che aveva già ricaricato, e si avanzò verso i cavalieri gridando:

— Chi va là?

— Canadà! — risposero i venti uomini balzando a terra e prendendo i cavalli per le briglie.

— Scorridori di prateria americani guidati da un capitano di cavalleria — rispose prontamente John per prevenire qualche scarica.

Un uomo un po’ attempato, d’aspetto piuttosto distinto, si avanzò solo verso gli scorridori, dopo d’essere rimontato sul suo villoso mustano.

— Signori, — disse con accento francese, levandosi il cappello. — Noi non siamo dei banditi, bensì dei galantuomini in caccia d’un bandito.

— E sarebbe? — chiese John mentre i suoi compagni si facevano avanti.

— Un conduttore di feretri, il quale avvelenava le persone scelte fra le più ricche della colonia americana, per poi guadagnare il prezzo del trasporto.

— Giungete tardi, signore.