Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/330

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che sia Recanati. Allora ilpigliarvene subito un puleggio, un zuc- chero parravvi di tre cotte} Ma quando sarete a Recanati, fate conto che sia Bologna. Intanto amatemi, e, come vi ho detto, se potete senza fastidio, prima di arrivare scrivetemi. Addio addio.

140. Di Pietro Giordani.
Bologna 15. Agosto [1818j

Giacomino caro. Vi scrissi prima di partire da Vicenza: vi ho scritto due righe anche di qua. Mi è grave non veder pure una vostra parola. Che è mai questo? Fatemi grazia di scrivermi, o di farmi scriver subito da qualcuno un motto: perchè se mai fosse mutata la vostra intenzione, e più non vi calesse che io venga da voi; io me ne andrei a Roma dalla parte di Toscana, dove molte cagioni mi chiamano, le quali io pospo- nevo unicamente al gran desiderio mio (che credevo anche vostro) di essere con voi. Dunque, per l’amor che vi porto, mandatemi una riga subito: fatemi sapere di vostra salute; fatemi sicuro che mi vogliate bene, quantunque io non sappia dubitarne, poiché io sento pure in qual modo io vi amo. Se voi non avete mutato animo, tengo di vedervi prima che agosto sia del tutto passato. Ricordatemi al Signor padre, e al fratello: ricordatemi a voi stesso; che pur non dovreste dimenti- carvi, chi tanto di cuore vi ama. Addio giacomino dilettissimo.

141. Di Giovan Battista Sonzogno.
Milano il 15 Agosto 1818.

Recanati Sig.r Co. Giacomo Leopardi Non mi aspettava dalla Sua nobile cortesia meno di quanto l’è pia- ciuto di rispondermi sulle rispettose proposte, che mi presi la libertà di farle; ed a riscontro della leale e candida esposizione sua chieggo la grazia che mi permetta di aggiungere quanto segue. Primieramente, per ciò che riguarda i frammenti di Dionigi di Ali-