reggetele con ogni libertà; laceratele, credute indegne di presentarsi
al pubblico. L’avermi destata infinita ammirazione, ed istruito co'
vostri discorsi nelle poche volte, ch’ebbi la fortuna d'interrogarvi mi
fanno passare lecitamente per vostro discepolo: con libertà maneggiate
la vostra disciplina, purché ammettiate fra’ vostri amici
Venanzio Broglio d’Ajano
251. |
A Venanzio Broglio d’Ajano. |
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[Recanati] 21 Agosto [1819] |
Conte mio cariss.
Solamente al tardi, tornato a casa ebbi ieri la vostra lettera,
e quando era in casa Roberti, non sapeva ancora che me ne aveste
onorato. Volea vedervi al casino, ma benché passeggiassi ieri
sera lungamente per la piazza, la compagnia che m’era al fianco
non mi permise di soddisfarmi. Venni a bella posta in casa
Roberti, dove aspettatovi un buon pezzo, finalmente appena
arrivato vi vidi costretto al giuoco dalla nostra Marchesa, che
per conservare alla sua spiritosa conversazione quell’amabilis-
simo matto di Bastiano Flamini, ha cura di attaccarlo subito
al primo che gli venga alle mani, proponendo una partita di scac-
chi, ch’è il gran pascolo di quel povero scimunito. Anche a me
una volta era destinato il nobile uffizio di servire a quella
mignatta non mistura cutem ec. ec. Previdi che l’ora essendo
tarda, e la partita non potendo esser breve, non mi sarebbe avan-
zato un momento per parlarvi, e fuggii da quella noia. Se avessi
saputo nulla del vostro foglio, potete pensare che in tutti i modi
avrei proccurato di ringraziarvene. Supplisco ora con questa,
dove accludo le vostre Sestine che ho lette con molto piacere.
Ci trovo molta forza d’immagini, molta evidenza, molta effica-
cia, colla conveniente nobiltà ed eleganza. Ammiro che in così
poco tempo sappiate scriver così. Uno o due giorni a me non
basterebbero per abbozzare quello, che voi nello stesso spazio
avete perfezionato. Se la vostra poesia mostrasse in veruna cosa