Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/519

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mie parole, le quali per vero saranno sempre quelle dell’uomo d’onore, e del fedele, e sincero amico. Chi sa che io stesso non possa addivenir mezzo onde Ella si trovi più soddisfatta, e il suo Signor Padre più tran- quillo di certe ombre, che Lo molestano: mentre mi pare che tutta la sua pena sia che i di Lui signori figli potessero essere sospettati aderenti, o vaghi di novità politiche. Io per La verità ho dovuto accertarlo che anzi qui in Bologna la di Lei canzone sul Dante fu presa in sinistro, e gli uomini dai principi liberali non la sentirono troppo volontieri.2 Io vorrei dirle, o Signore, un mondo di altre cose, ma le riserberò a migliore incontro: e poi è sempre malagevole intrapresa L’interlo- quire con persone, che non si conoscono che di fama, e sopra affari de’ quali io mi professo all’oscuro. Per quella esperienza che ho del mondo, parmi però di averne concepito una qualche idea, ed è per questo che mi sono preso L’ardire di supplicarla a calmarsi, e a porre in calma me stesso con migliori notizie della sua tranquillità. Dimattina spedisco a giordani il paragrafo di Lettera, che lo riguar- da,5 ma Ella non Lasci nè me nè lui senza il favore de’ suoi caratteri. Spero che la presente mia le ghignerà, come le giunsero le altre. Se un’amicizia Leale, e cordialissima di un povero uomo, qual’io sono, può confortare un ricco, e nobile signore, com’è V.S. io gliela offro interamente, e per sua sigurtà le ricordo del mio modo di amare gli amici quanto stampò di me lo stesso giordani sul suo Discorso sulle poesie del Mse di Montrone,'1 che forse Ella conoscerà. Debbo aggiugnerle che Le Lettere del suo Sig.' Padre sono pienis- sime di affetto e di stima per Lei. Mi confermo per sempre il suo dev.mo servit.re e Amico a. Pietro Brighenti

295. Di Pietro Giordani.
Piacenza 18. aprile 1820.

Mio amatissimo. Dopo la tua (troppo breve) del 14. febraio, alla quale subito risposi il dì 23. non mi è venuta altra tua che quest’ul- tima del 20. marzo. Dunque le maledette poste si son divorata quella dei 6. marzo, che mi accenni. In tanto digiuno di tue nuove, sempre son venuto chiedendone a Brighenti, come quello cui riesca meglio che a me di poterne avere.