Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/562

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Ma egli non aveva ancora ricevuto il mio libretto. Mi affanna il pensare che vedutolo, egli possa aver trovata eccessiva la mia confidenza. Gli domandai già perdono scrivendogli, e torno a scrivergli. Ma perchè facilmente la mia lettera andrà smarrita, fatemi il favore d’informarlo di questi miei sentimenti, e doman- dategli perdono in mio nome. La scelleraggine delle donne mi spaventa, non già per me, ma perchè vedo la miseria del mondo. S’io divenissi ricco o potente, ch’è impossibile, perchè ho troppo pochi vizi, le donne senza fallo cercherebbero di allacciarmi. Ma in questa mia con- dizione, disprezzato e schernito da tutti, non ho nessun merito per attirarmi le loro lusinghe. Oltre che ho l’animo così agghiac- ciato e appassito dalla continua infelicità, ed anche dalla misera cognizione del vero, che prima di avere amato, ho perduto la facoltà di amare, e un Angelo di bellezza e di grazia non baste- rebbe ad accendermi: tanto che così giovane, potrei servir da Eunuco in qualunque serraglio. Addio, vogliatemi bene, e datemi nuove della salute. Vi amo e vi abbraccio. Ditemi a chi debbo spedire il prezzo del Foscolo.2

328. A Leonardo Trissino.
Recanati 28 Agosto 1820

Pregiatiss. Sig. Conte Intendo dall’Avv. Brighenti che V. S. non ha ricevuta la mia risposta alla sua gentilissima dei 28 di Luglio. Neanche m’ac- certo che le sia stata renduta la mia de’ 31 dello stesso, nella quale domandava perdono a V. S. tanto della presunzione avuta di stampare il suo nome in fronte a così piccola cosa, quanto della familiarità usata nella lettera Dedicatoria. Riconosco dalla benignità di V. S. che m’abbia voluto scrivere in modo come se la mia confidenza fosse piuttosto degna di ringraziamento, che bisognosa di perdono. Ma ora ch’Ella ha veduto il mio libric- ciuolo, temo forte che non mi condanni di troppo ardire, e d’es-