Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/767

Da Wikisource.

possibile, di farli mettere in lista, e le saprò poi dire a quale Accademico si dovranno indirizzare nel punto dell’ingresso, per essere introdotti. E con piena stima ed amicizia mi confermo

Il Suo Drho
Giacomo Leopardi
510. A Monaldo Leopardi.
[Roma 30. Gennaio 1823.J

Amatissimo Sig. Padre Sono due ordinar) ch’io non ho lettere da casa, bench’io non abbia mai lasciato di scrivere. Da parecchi giorni il freddo è cessato, anzi abbiamo una specie di primavera. Io, grazie al cielo, sono guarito perfettamente da’ geloni, e sto benissimo. Siamo tutti in gran movimento per il Carnevale incominciato oggi, e prevedo che in questi giorni non si potrà far nulla. Domani abbiamo i famosi funerali di Canova a’ SS. Apostoli, e l’ingresso a questa funzione è molto ricercato, come sono qui tutte le min- chionerie. Saluti di tutti, e in particolare del Zio Carlo. Le bacio la mano, e col solito e invariabile affetto mi ripeto il suo amorosissimo figlio Giacomo Roma 30. Gennaio 1823.

511. A N.N.
[s.d., ma Roma, primi mesi del 1823]

Stimatissimo Signore Non voglio nè mostrar poca stima dell’occasione che iersera mi proccurò la sua conoscenza, nè renderla tanto fastidiosa a V. S. quanto è grata ed onorevole a me. Non ho cosa che sia degna di Lei. Ma gli opuscoli1 che mio zio le nominò, essendo