sta a darvi nre buone notizie, con li saluti cordiali di tutti, e con gli
affettuosiss.1 abbracci, e moltiplici benedizioni del vro
Affmo Padre.
Carissimo Sig. Padre
Ricevetti coll’ultimo ordinario la sua graziosissima dei 10,
e col penultimo, cioè ai 9 di questo, aveva riscossa l’altra dei
28 Febbraio, benché giunta qui fino dai 2 del corrente. Nello
stesso ordinario mi fu resa una lettera di Lombardia, giunta qui
a’ 27 di Febbraio. Dico questo per toglierla da qualunque
sospetto relativo a rivista di lettere o altro, giacché queste let-
tere, benché ritardate per negligenza dell’Uffizio, erano però
intatte. Il zio Carlo ed io siamo restati sorpresi del suo pen-
siero e desiderio circa la collocazione del nuovo teatro, giacché
il zio Carlo aveva concepito questo medesimo progetto, e ce
l’aveva esposto più volte, e desiderava ancor egli che fosse posto
in opera: onde io da principio pensai ch’Ella ed egli si fossero
communicato scambievolmente questo disegno. Ma il zio m’as-
sicura di no, e compiacendosi di questa non proccurata confor-
mità d’idee, vuole che io ne la ragguagli. Avrà già saputa la desti-
nazione improvvisa dell’Avv. Fusconi al posto di promotor della
Fede; posto che l’Avvocato, per quanto si dice, non ha voluto
accettare. Al pranzo del quale Ella mi domanda, dato da Mon-
sig. Mai,1 fummo il Dott. de Matthfis che gode qui molta opi-
nione in letteratura (ossia in Antiquaria), Monsig. Marini nepote
del famoso Gaetano Marini e suo successore nell’impiego di
Archivista vaticano, l’Ab. Palcani ex gesuita, un ecclesiastico
che non conoscevamo, ed io. Cadde il discorso sopra i celebri
funerali di Canova fatti qui pochi giorni avanti, e sull’Orazion
funebre recitata dall’Ab. Missirini, la quale non valeva nulla,
ma il Carnevale e l’Orazione del Missirini erano i discorsi della