Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/800

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que un momento per risponderti colla posta di domani (poiché siamo già alla sera della Domenica). Le tue lettere erano divenute così rare, che puoi facilmente imaginare con qual raddoppiamento di piacere abbia ricevuta questa. Ti ringrazio dell’articolo che mi hai mandato: ho avuto appena il tempo di scorrerlo, e anche senza questa scusa tu già sai quanto queste cose siano inconcepibili a me, e forse a chiunque non ha letto il libro che è l’oggetto delle tue osservazioni. Tu avrai avuto tutte le tue ragioni per adottare la forma che hai scelto, e difatti il discorso del Ministro prussiano ti giustifica: ma mi pare, e credo dal tuo tuono che anche a te paia che abbia torto, perchè la Filologia non sembra necessario che si confonda coll’Algebra, e le forme più amene con cui han vestito le loro osservazioni in articoli di questo genere Visconti, Giordani, e tu stesso altre volte, non sembrano scon- venire all’arte, come convengono in particolare alla natura Italiana, che è quanto può essere anti-Prussiana. Ma siccome queste son cose di circostanza, è ben giusto di adulare piuttosto quelli che sanno, che quei che non sanno, quantunque nel caso che sapessero, questi ultimi sarebbero da preferirsi. Riguardo all’offerta che il Ministro ti ha fatta, comincerò col provarti il piacere che ne risento, dicendoti sinceramente che malgrado la privazione grandissima ch’io soffro stando lontano da te, pure non posso pensare senza ribrezzo che tu debba ritornare fra non molto, sapendo per teorica e per pratica (credimi pure, troppo dolorosa) cos’è mutare il soggiorno di Roma con quello di Recanati. Il contegno del Zio Carlo va in regola; il segreto con questi di quag- giù, non era ancora arrivato al luogo dove me lo imponi che già lo avevo proposto da me stesso. Per il parere che mi domandi, già sai Buccio mio che io non posso avere la presunzione di veder più di te, special- mente in materie che stanno fuori affatto della portata de’ miei occhi: p.e. che potrei io dirti sull’impiego che potresti preferire se non so quali siano quelli che esistono? Siccome però trovandosi troppo vicino alle cose, molte volte si diffida di se stesso, e si teme di non veder bene, posso dirti che in caso che tu veda, come credo, nel modo che son per dirti, tu vedi esattamente nello stesso modo in cui vedo io. Tu hai sicuramente a quest’ora un’idea degl’impieghi che vi sono, e pensi che bisogna aver in vista quelli che portano seco residenza nella Capitale, e solo a caso disperato quei di provincia. Siccome qui vi vuole ardire, non sarebbe assurdo anche il domandare che se ne creasse uno, di cui si può dimostrare la necessità, stando nel genere letterario; oppure si può domandare una pensione per poter coltivare i proprj studj in