Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/964

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Fragmentum Orationis Libami Sophistae ad Antiochenos de Juliani Imp. Ira: e Cod. ms. Bibl. Medie.-Laurentian. Codicis signatura N.° XII. plut. XXXII. papyrac. in 40. Saec. XIV. Init. Orat. rHv piv ouv <ppovTiCóvT<ov TtóXeto? àvdptÓTtwv rcàXca xaùxa èxxó<|>oa. Finis. Et B’èvdàSe ytyrjaai;, oi'xoi (xot xaxtói; lpt1, flaufiàCexat |parola illeggibile] tou spiòvo? &P'a §àxpuaiv. Tom. II. p. 9. Fragmentum Orationis Libanii Sophistae de Servitute ex Cod. ms. Bibl.-Medie.-Laurent.-Bandini To. II. col. 137. Plut. XXXII. Cod. XIII. num. XX. Imit. ’Ejxoi 8è Boxe! p.r\Ò' oakò<; ("Aprii;) Siacpeuyeiv SouXeiav. Finis. Eì h'oc; ti<; cptXoaocpeì, axe4'W(J.etìa, co àvSpec;, èv ixépio rcEpì xoùSe auXXóyc0. Ecco quanto v’è di Libanio negl’Aneddoti cPAmaduzzi. Non ho ancora veduto de Romanis, onde non gli ho potuto ancora parlare del tuo progetto sopra Teofrasto. Ora mi sovviene avermi detto Nicolino de Romanis da gran tempo, se che volevi fare del Platone d’Astio, poiché sono venuti uno o due volumi. Onde dimmi se ti aggrada di averli. Ti saluta tanto Cardinali, e Cancellieri. Le tue Can- zoni sono piaciute generalmente a tutti quelli che le hanno sapute pas- sabilmente gustare, poiché come ti dissi in altra mia, pochi sono i palati che possano assaporare simili vivande. De Mattheis ne è l’appassio- nato apologista, e mi dice ogni volta tante cose, che mi fà conoscere averle gustate forse più d’ogn’altro. Pippo, che ben sai non essere adu- latore, mi assicura di trovarle bellissime, e mi aggiunse aver per te una tale estimazione in fatto di lingua forse anche superiore al Cav. Vin- cenzo.1 Non di meno sappi che alcuni de’ sedicenti letterati della setta degl’Arcadici hanno avuto il coraggio di dire che non era bastante- mente pura la lingua. A questi calza benissimo l’ultimo periodo delle tue note,2 e mi fanno credere, che all’ignoranza accoppiino anche l’in- vidia la più nera. Te lo dico poiché sò bene come tù pensi, e come puoi ridere del gracchiare di questi piccioli cornacchioli, che inetti ad alzare un volo di poche spanne, gridano contro chi s’inalza al di sopra degl’altri. Vorrei che per nostro profitto, e per gloria maggiore del nostro povero nome Italiano ci regalassi più spesso di queste produ- zioni, e che più spesso l’ispirazione apollinea ti agitasse la fantasia. Ma chi sà quando ci fia dato di rivedere altri tuoi versi. Ti ringrazio della premura che prendi delle mie cose, e della com-