le bellezze, le grazie di quella strega sono tanto grandi, che ci
vuol molta forza a resistere! Se vedi l’Ambrosoli, fammi grazia
di salutarlo tanto da parte mia. Ancora non ho letto il suo arti-
colo, perchè non posso leggere; ma me ne hanno parlato. Abbiti
cura, e dammi nuove di te. Io desidero sommamente di rive-
derti a Venezia, ma la mia salute quando mi concederà di viag-
giare? Pur non dispero di venire a trovarti quest’altr’anno, di
primavera. Voglimi sempre bene. Sai quanto te ne voglio io.
Leopardi
1104. |
Di Pietro Brighenti. |
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Carissimo Giacomino:
Immediatamente rispondo alla tua amorosa lettera del 3. Ho par-
lato con D. Masi, che ti riverisce, e ti avvisa che quel Bacci di Civita-
nova sarà un qualche furbazzo, perchè D. Luigi non sa di averlo mai
nè visto nè conosciuto. Guardati dunque, e ti libera da colui.
Nessuna nuova ho del nostro Stella. - Intorno la Proposta ho sen-
tito il vro parere uguale a quello del Giordani, e ve ne ringrazio amen-
due. Avremo tempo a ritornare su questo proposito: e spero che Firenze
non vi toglierà per lungo spazio al mio desiderio di avervi in Bologna.
Cercate di rimettervi bene degli occhi. Udii che costì vi erano ottimi
Professori oculisti: profittane, mio caro, e torna sano e lieto quanto
io lo bramo, e ti auguro.
Mi rallegro delle distinzioni che ricevi da codesti sapienti; ma tu
ben lo meriti. - Se le Tommasini non sono partite da due giorni, elle
sono anche qui. Il Pittore Lolli me ne assicurava discorrendomi del
ritratto che faceva al Professore.
Io parto fra due ore per Ravenna. Vado a fare un giretto librario,
che vorrei andasse bene, e mi procurasse delle vendite: però non posso
scrivere a Giordani. Mille saluti della mia famigliuola: e abbada che
le virtù di codesti sapienti non diminuiscano i diritti che la tua bontà
ha accordato sul tuo cuore
al tutto tuo
P. Brighenti