Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/105

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1106. A Paolina Leopardi.
Firenze 7 Luglio 1827

Paolina mia Ho ricevuto la tua de’ 27 Giugno, ed eccomi a darti pienis- sima informazione de’ fatti miei. Vidi Stella a Bologna, si fermò cinque giorni, stette nella mia stessa Locanda, in una camera contigua alla mia; pranzavamo insieme, e facevamo vita in comune; lo accompagnai, lo introdussi dove volle. Da Maggio in qua, mi fa continuare il solito appuntamento; ma degli arre- trati brisa. Bensì mi disse che da ora innanzi mi avrebbe fatto pagare al mese più dell’ordinario; ma non disse quanto. Qui mi fanno propriamente la corte perch’io accetti altri partiti; ma volendo e potendo faticar poco, nessun partito mi può conve- nire come quello di Stella; il quale per conseguenza bisogna ch’io tenga fermo più che posso. Del resto, le dimostrazioni di ami- cizia e di stima straordinaria che mi fece Stella, e i discorsi che tenne di me con altri, non potevano essere più lusinghieri. Qui sono alloggiato alla Locanda della Fontana. Si paga assai, e si mangia poco: ma la biancheria si cambia quasi ogni giorno. Dozzine in case particolari si trovano difficilmente, e si pagano un terzo più che a Bologna. Io ricevo molte gentilezze dai let- terati fiorentini, o stabiliti in Firenze. Tutti i principali sono venuti a trovarmi. Sono stato a vedere il Cav. Reinhold, ora Ministro di Olanda in Toscana. Egli e la moglie salutano tanto Babbo e Mamma. La figlia, che si è fatta una bella giovane, mi domandò di te e delle Mazzagatti. Si crede che Reinhold sarà presto nominato ministro degli affari esteri a Brusselles. Quanto alla salute, io, grazie a Dio, sto bene; eccetto alcuni incomodi senza conseguenza. Il mio mal bolognese non si è più affacciato, neppure in viaggio. Gl’incomodi che ho, sono degli occhi e dei denti; e i denti bisogna farmeli cavare senza rime- dio. La malinconia che mi dà questa sciocchezza da un mese in qua, non è credibile.