Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/106

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L’entusiasmo destato da Persiani è verissimo. Ho sentito parecchi intendenti o dilettanti dire che Persiani è un genio straordinario. Tutti ne dicon gran bene, anche per riguardo al suo carattere e alla sua gran probità. Si racconta che l’inverno passato, non avendo danari, e non volendo defraudar l’oste che l’albergasse, passò più notti à la belle étoile. Mi avevano detto che dopo la buona riuscita di quest’opera, era stato scritturato per comporre a Napoli: ma l’altra sera la Spada di Macerata, maritata qui nel colonnello Palagi, mi assicurò che ha pattuito di scriver qui altre due Opere dentro un anno, per ottocento scudi. Il bello è, che quando s’impegnò a scrivere il Danao, il patto fu, che se l’Opera non piaceva al pubblico, l’impresario non l’avrebbe pagato. Io non sono stato a sentirla, perchè i miei occhi in teatro patiscono troppo. Ma quanto mi dispiace quello che tu mi scrivi di Mamma. Mi figuro bene che pena sarà stata per lei, il non potersi muo- vere. Scrivimi come va il gonfiore della gamba e del piede, e se questo l’impedisce ancora di camminare. Ringraziala tanto tanto della premura che ha per me, e baciale la mano con tutto il cuore per parte mia. Giordani mi ha detto più volte, e con grande istanza, di salu- tarti tanto tanto. Così ancora di salutar Babbo, Mamma e Carlo; ciascuno in particolare. Cariuccio che fa? come mi vuol bene? salutalo per me; saluta Luigi, Pietruccio e Don Vincenzo. Scrissi a Babbo coll’ordinario dopo il mio arrivo a Firenze: baciagli la mano, e domandagli la benedizione a mio nome. Ti ringrazio della nuova che mi dai di Bunsen: ho avuto piacere di saperla. Sarai servita degli odori. Voglimi bene, perchè (se non lo sapessi) io te ne voglio quanto se ne può volere, e penso a voi altri sem- pre sempre. Addio, Paolina mia.