Ottimo Amico
Le scrivo dal letto, trovandomi ancora indisposta. Però mi limito
a far voti per la guarigione de’ suoi occhi, a pregarla di darmene nuove,
e a salutarla cordialissimamente.
Sua Aff.ma Amica
Adelaide Maestri.
1113. |
Di Giacomo Tommasini. |
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Pregiatmo Sig.1 Conte
Mia moglie, e mia figlia erano partite per Parma, insieme coll’Av-
vocato Maestri, poco prima che mi arrivasse il pregiato suo foglio del
6. corrente. Non mancai di mandare a mia moglie il foglio a lei diretto;
al quale dubito ch’ella abbia sollecitamente risposto, essendo stata in
gravi angustie per una malattia che quasi condusse a morte una sua
sorella. Fui a Parma di volo io medesimo ne’ momenti del maggiore
pericolo; e tornatone con fondate speranze intorno a mia cognata, ho
poi ricevuto un’altra dispiacevole notizia: che alla mia Adelaide con-
tinua a recare molestia quella tosse, che ebbe qui principio prima della
sua partenza. La qual malattia, comecché lieve sinqul, e mancante di
febbre, pure mi tiene in pena essendo stata due anni sono pertinace,
appunto in estate ed in autunno, per quattro interi mesi. Egli è per
ciò che, terminati essendo i miei impegni in quest’università, io mi
trasferirò a Parma fra due o tre giorni. Nè io ho voluto partire prima
di salutarla cordialmente, e ringraziarla della memoria che serba di noi.
Voglia la sorte che l’avvenire sia più lieto che non è il presente,
e che possiamo altra volta godere tranquilli de’ soli piaceri che riman-
gano agli uomini: quelli della vera amicizia.
Mi comandi ove potessi servirla; mi saluti cordialmente Giordani,
e mi creda sempre
Suo aff'"° Servit.6 ed Amico G.mo Tommasini |
GIACOMO LEOPARDI
ii 14. Di Francesco Puccinotti.
[Macerata 29 Luglio 1827]
Leopardi mio
Ti scrivo costì a Bologna per la seconda volta stimando che tu non
ne sia partito; mentre prima di partirne mi avevi promesso di darmene
avviso; ed io da quando tu lasciasti Recanati non ho avute più lettere
tue. Or sappi dunque che ho veduto annunciate ne’ pubblici fogli le tue
Operette morali come già venute in luce: e questo annunzio m’ha messo
addosso una cotal frega un cotal pizzicore che se tu non me ne mandi
subito una copia io ne morrò certo di voglia. Madama Biblioteca ita-
liana ha preteso di farla da saputella con te, invitandoti a logorare il
bellissimo ingegno tuo nelle traduzioni. Forse quell’articolo sul tuo
Gemisto Pletone fu parto di qualche pidocchio della parrucca del tra-
duttore d’Omero. Ma tu hai una mente tutta inventiva, e conosci già
quanto poco degna di te sarebbe quella gloria che ne’ volgarizzamenti
ripongono oggi questi nostri letterati. Io però penso, sebbene non l’ab-
bia letta, che la tua Traduzione del Gemisto ti avrà servito come di
un mezzo dirò quasi alla moda onde esporre qualche tua massima morale
che più importi ai nostri miseri tempi: siccome mi dicesti aver fatto
col ragionamento che accompagna il tuo Epitteto. Se la cosa è così
come io m’avviso non mi meraviglio se la S[uddett]a Biblioteca non
ha saputo lodare in te uno scopo che non ha saputo conoscere -
Addio. Mi raccomando all’amor tuo e mi confermo
tuo affmo
F. Puccinotti
Macerata 29 Luglio 1827
1115. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed am.co amatiss.
Ho tardato a rispondere alla cariss. sua 13 dello scorso per poterla
ragguagliare sulla Crestomazia, alla quale non fu tolto che il solo arti-