Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/143

Da Wikisource.

ii42. Ad Antonio Fortunato Stella. Firenze 20 Settembre 1827. Sig. ed Amico amatissimo. Le confermo la mia degli 8 del corrente. Ora le scrivo per darle avviso che io, prevalendomi della facoltà che Ella mi aveva conceduta in caso di bisogno, mi feci accreditare presso questo banchiere Sig. L. Wolff e Comp., da cui ricevetti l’altro ieri la somma di lire 221.66 austriache, pari a scudi romani 35; e in data pur dell’altro ieri, 18 Settembre, gli rilasciai per la detta somma una tratta sopra la sua Casa, senza perdita alcuna. Con questo contamento venghiamo ad essere in correnza di tutto Settembre, meno / scudo romano. Desidero buone notizie di Lei, della sua famiglia, e della vil- leggiatura, nella quale suppongo ch’Ella si trovi al presente. Fio saputo qui che si fa ora in Germania una ristampa al Forcellini, ma senza alcuna giunta nè correzione. Io travaglio al mio dizio- nario quanto mi permette la mia salute, che in tutta l’estate, e nel presente autunno, non sarebbe potuta, e non potrebbe essere più infelice. Mi raccomando alla sua benevolenza, e con tutto il cuore abbracciandola mi confermo

Suo cordialiss. amico e s.fe
Giacomo Leopardi
1143. Di Antonio Papadopoli.
Di Venezia alli venti di 7bre del 27

Mio carissimo Giacomino Seppi dal Giordani che non sei gran fatto contento della tua salute, e che specialmente i tuoi occhi ti danno molestia; di ciò ne fui dolen- tissimo. Non vorrei poi che questo essere al basso di salute movesse dal tuo troppo affannarti negli studi, dimanierachè ti prego e riprego di badare che questo non accada perchè io credo che un poco di riposo