Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/15

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mi pare veramente del Petrarca, l’altro ne avrei dubbio. Se Ella cre- desse che tutti e due od uno solamente potesse dir bene nella nostra edizione, mi faccia il piacere di metterlo in netto, aggiugnendovi l’in- terpretazione, e facendovi precedere quattro righe di ragguaglio intorno al ms. medesimo. Se fosse capitato prima, credo che avremmo potuto cavar fuori qualche buona lezione. Il Tosi ch’è quegli che ha copiato qui appresso non ha scorso che qualche componimento: onde ne restano molti da esaminare quantunque il Canzoniere non sia tutto intero.2 Mi dia nuove di sua salute, che mi sta molto a cuore, mi ami, e creda sempre Il vecchio cord.1"0 amico Ant. Fort. Stella P.S. Vedendo l’amico s.1 Moratti me lo saluti, e l’avvisi che son ritornato dalla campagna.

1005. A Monaldo Leopardi.
Bologna 26 Ottobre 1826.

Carissimo Sig.r Padre Ricevo, ritardata al solito, la sua amorosissima dei 16, piena di tante espressioni affettuosissime, le quali benché non mi giun- gano nuove, e benché io sia assuefatto sin dalla prima infanzia alle testimonianze del suo amore vivissimo, non lasciano però di farmi un’impressione ben sentita, e di destarmi nel cuore nuovi moti di gratitudine. Ho cercato d’informarmi circa il Sig. Luigi Gezzi, il quale non è prete, ma secolare: bensì ha un zio sacer- dote. Egli è semplice computista di questo seminario: non ho potuto ancora rilevare che relazione abbia colla casa..., ma credo probabile che egli serva la famiglia... in qualche parte dell’am- ministrazione. Ho saputo dove abita; e prima di partire, proc- curerò di vederlo. La mia intenzione è di mettermi in viaggio l’ultimo giorno del corrente, o il primo dell’altro; ma siccome non posso ancora assicurarlo, così le scriverò un’altra volta per farle sapere il giorno precisamente. Credo però che una sua rispo-