Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/16

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sta alla presente, non mi troverebbe a Bologna. Mille teneris- simi saluti alla Mamma e ai fratelli. Mi conservi l’amor suo, e mi benedica.

Suo tenerissimo figlio
Giacomo
1006. A Carlo Pepoli.
[s.d., ma Bologna, ottobre 1826]

Caro Amico Ti mando le notizie poco notabili della mia vita, e ci aggiungo due libretti,1 dove, ai luoghi contrassegnati, troverai cose che non so se possano fare al tuo proposito. Rimando il 2° volume del Buhle,2 che la Malvezzi non ha letto, dicendo che non le par tempo di continuare una lettura così grave, che dimanda più attenzione e più studio che essa non le può dare al presente. Però non ti dar pensiero di proccurarle altro volume. Voglimi bene: addio di cuore. II tuo Leopardi Nato dal Conte Monaldo Leopardi di Recanati, città della Marca di Ancona, e dalla marchesa Adelaide Alitici della stessa città; ai 29 Giugno del 1798, in Recanati. Vissuto sempre nella patria fino all’età di 24. anni. Precettori non ebbe, se non per li primi rudimenti che apprese da pedagoghi, mantenuti espressamente in casa da suo padre. Bensì ebbe l’uso di una ricca biblioteca raccolta dal padre, uomo molto amante delle lettere. In questa biblioteca passò la maggior parte della sua vita, finché e quanto gli fu permesso dalla salute, distrutta da’ suoi studi; i quali incominciò indipendentemente dai precettori, in età di 10 anni, e continuò poi sempre senza riposo, facendone la sua unica occupazione. Appresa, senza maestro, la lingua greca, si diede seriamente