Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/157

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1156. Di Pietro Brighenti.
Bologna 2. novembre 1827.

Carissimo Amico: Le nuove del mio viaggio le avrete dal nostro Giordani. Dal latore saprete della mia salute che è buona, ed è pur tale quella della mia famiglia. A mia moglie, ed alle mie figlie portai i preziosi vostri saluti, ed esse m’impongono di ringraziarvene senza fine, e di ricambiarvi i loro rispetti. Noi siamo sempre nel più vivo desiderio che, quando che sia possibile, possiamo tornare ad unirci sotto lo stesso cielo. Io poi vi aggiungo tutto ciò che la riverenza e l’affetto che vi professo vorrebbono dirvi, e che male so esprimere. Egli è ciò, mio cariss" che vi adoro per quella degnissima persona che siete, e che vi prego a farmi sapere di voi e della vra salute, che vorrei pur intendere migliorata. Degli affari miei non vi dico nulla perchè sono sul piede di cui vi par- lai in voce. Ad ogni altra novità ne sarete avvertito. Sto intanto atten- dendo che l’Arcivescovo decida del noto sequestro. Abbiate la compiacenza di accogliere benignamente il latore S.1' Mauro Zamboni, uno de’ condannati, che viene costì per fare un con- sulto medico. Egli è una buonissima persona. Vi serva che non sa nulla di Russia, e non importa che lo sappia. A lui ho delle obbligazioni par- ticolari. Scusate il disturbo. Amatemi caro Giacomo, benché io non possa meritare l’amor vro che per l’affetto immanchevole che vi porto. Addio. D. Luigi vi riverisce. il vro P. Brighenti

1157. Di Paolina Leopardi.
[Recanati] 2 gbfe 27

Caro Mucciaccio - Vengo a dirti una parola sola, quanto p[er] farti sapere che noi tutti stiamo bene, ed ansiosissimi delle tue nuove, delle quali è quasi un mese che siamo privi. Noi credevamo che ti avesse scritto Babbo, e solo adesso sentiamo che non lo ha fatto; onde, se