Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/163

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1163. Di Pietro Giordani.
[Firenze] 13. Novembre [1827]

Caro Giacomino. Alla posta avevi il Raccoglitore; l’ho fatto vol- tare a Pisa. Mandaci nuove del tuo viaggio, del tuo collocamento, della tua salute. Ricordami a Cioni. Se vedi Rosini digli che feci la sua commissione colla Signora Carlotta. Se vedrai Carmignani e Madama Vacca,2 dì all’uno e all’altra che li riverisco. Desidero che tu possa ritornar presto, e che non mi dimentichi. Qui sei presente all’animo di tutti. Addio addio.

1164. Di Gian Pietro Vieusseux.
firenze 13 9emb. 1827

Carissimo Leopardi - Grato, gratissimo vi sono per aver pensato a darmi delle vostre nuove - io le aspettavo con impazienza, abben- chè avessi già [h'c] saputo in Casa Cioni che il viaggio aveva avuto luogo felicemente. Mi rallegro con voi per il conveniente alloggio trovato, e particolarmente per la temperatura della quale godete lung’arno. I nostri amici comuni se ne consoleranno come me, e già [sic] vi posso fare i saluti del Giordani al quale ho partecipato la vs lettera. Egli fu ier sera da me, in numerosa compagnia: il celebre viaggiatore Ruppell1 ora tornato dall’abissinia era con noi; molti mi domandarono di voi, e particolarmente il Cav. Reynhold che pareva quasi sorpreso di non aver- vi veduto in casa sua prima della vostra partenza. Al D.r Cioni ho spedito i vostri con i miei libri: il pachetto deve pervenire franco - raccomandategli di occuparsi di questi articolini il più presto che potrà. Ma non basta, mio caro amico, di sapervi arrivato felicemente a Pisa, e convenientemente accasato, per consolarci della vostra assenza. Vi assicuro, e potete credermi, imperocché non sono uomo da parole lusinghiere, che il non vedervi più comparire la sera da me mi cagiona una vera pena; mi manca qualche cosa, e sempre penso a voi - voi siete uno di quelli pochissimi uomini coi quali mi sarei volentieri adat- tato a vivere, à faire ménage.