mia poca sanità non mi consentì fino ad ora ch’io dessi alle stampe
que’ primi: abbiti almeno adesso questi altri2 e ti diano sicurtà del-
l’amicizia mia - Queste frivolezze sono per me un balsamo in mezzo
alle tante amarezze che mi combattono. Io dissi frivolezze questi ver-
setti, e riguardo a voi dottissimo cui sono intitolate, e riguardo a me
che anderei mulinando nella mente mille cose di un poco di lena -
Basta tu m’avrai scusato sopra la tua stessa amicizia: vorrai paziente-
mente leggere que’ miei versi, ed aspettare tra non molto anche gli altri.
La Nina, il Marchetti e tutti gli amici tuoi si raccomandano alla
tua memoria; io al tuo cuore. Fa di star sano e d’amarmi. Addio.
Il tuo Pepoli
Di Boi." 27 G.° 1828
1214. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed amico pregiatissimo, Dopo la sua carissima del
I dicembre scorso, alla quale risposi accludendole un biglietto
di Rosini, non ho più avuta la consolazione di vedere i suoi carat-
teri. La spedizione da lei significatami altre volte, o non ha mai
avuto luogo, o non è ancora giunta: ed io non ho potuto ancora
vedere la Crestomazia stampata; il che desidererei molto, per
regolarmi appresso a poco sul numero delle pagine che convien
dare alla Crestomazia poetica, acciocché essa riesca a un di presso
di misura conforme a quelPaltra. In tutta Toscana non credo
che si trovi una copia di questa Crestomazia: certo non si trova
nè in Pisa nè in Firenze, dove so che molti ne hanno fatto ricerca.
II Raccoglitore che ella mi favorisce, ha cessato di comparire col
fascicolo di ottobre, giacché non ho mai veduto nè il novembre
nè il dicembre.
Questo così lungo silenzio mi tiene sospeso e in pena, mas-
simamente che mi nasce qualche dubbio sopra la sua salute. La
supplico di non voler più tardare a darmi nuove di sè e de’ suoi.
Io sto passabilmente, grazie al mansuetissimo inverno che si gode
in questo bel clima di Pisa. Profitto di questo mio stato per lavo-