Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/270

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una sorpresa. La ristampavo senza le prose; ma i soli soli versi: se ti contenti (con comodo) continuerò; ma se fai correzioni e dai agli Edi- tori Maceratesi due Canzoni nuove: amerei io pure altrettanto. Avver- tili che io non fo che duecento soli esemplari. La mia famigliuola ti riverisce, e ti ringrazia di tua cortese memo- ria. Sarai servito de’ tuoi saluti con d. Luigi quando gli scrivo. Conti- nuami l’amor tuo che è un caro conforto al mio cuore e credimi per la vita il tuo obblmo amico vero Pietro Brighenti Ti ho servito con Borzaghi che ti riverisce e ringrazia delle lodi.

1288. Di Monaldo e Pierfràngesco Leopardi.
Recanati 23. Giugno 1828.

Mio caro Giacomo La cara vra delli 17. mi è stata di molta consolazione, trovandovi che state bene, perchè l’altra scrittami dopo il viaggio da Pisa a Firenze mi aveva alquanto turbato. Il cuore di un Padre palpita sempre ad ogni apprensione che riguarda i Figli, ma un cuore ferito insanabilmente geme al più piccolo tocco. Abbiatevi cura per carità, e non lasciate di scrivere. Perchè mai cod.H Amico vro s’impegna a continuare il Romanzo di Manzoni? Quell’opera deve essere imitata quanto si può, ma nes- suno speri di uguagliarla, ed essa resterà sempre somma ed inarriva- bile nella sua classe. Il mettersi dunque tanto scopertamente in linea con essa, è voler sentire dichiarata da tutto il mondo la propria infe- riorità. Appena letto quel Romanzo ne fui rapito, e lo giudicai pre- zioso non tanto alle Lettere, quanto alla Religione, e alla Morale. Ebbi poi molta compiacenza nel sentire che in Roma i Confessori Gesuiti lo danno a leggere alle loro Penitenti. Ieri a sera arrivarono gli Antici; tutti abbastanza bene, ma il Cav." molto dimagrato. Li med.' vi salutano. Addio Giacomo mio. Noi stiamo bene. Confortiamoci nel Signore e viviamo nella Sua obbedienza e nella Sua grazia. Senza di questa le compiacenze della terra sono