veramente fino all’anima. Lodato però il cielo che ora par che
siate, se non ristabiliti del tutto, almeno migliorati. Io per me
ho un grandissimo desiderio di rivedervi, ma sapete che il viag-
giare mi sarà eternamente, non solo dannoso, ma pericoloso.
Quest’ultimo viaggetto da Pisa a Firenze, dopo il quale, ben-
ché fatto di notte, sono stato male degl’intestini più giorni, ha
potuto finire di persuadermi che io non son più fatto per muo-
vermi. Mi viene una gran voglia di terminare una volta tanti
malanni, e di rendermi immobile un poco più perfettamente;
perchè in verità la stizza mi monta di quando in quando: ma
non temete, che in somma avrò pazienza sino alla fine di que-
sta maledetta vita. Direte mille e mille cose per me alla Mamma
e al Papà; e così al vostro e mio Ferdinando, se è costì, o quando
gli scrivete; e bacerete Emilietto e la Clelietta. Vedrete presto
Giordani, che partirà di qua per Piacenza sul principio di luglio.
Se mi volete bene, abbiatevi cura grande. Addio, addio.
Il vostro Leopardi
1292. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed Amico amatiss.1"”
Il troppo caldo, e forse ancor più il troppo amore ai comodi della
vita, che nella mia età è cosa compatibile, m’hanno impedito, dopo
Torino e Genova, di proseguire il viaggio per la Toscana com’era mia
intenzione e mio desiderio per passar qualche giorno con Lei princi-
palmente. Io non dispero di farlo in quest’anno stesso, e ciò alleggeri-
sce il dispiacere che ora provo di non aver proseguito il mio viaggio.
Supplirò alla meglio per lettera, e da prima le domando com’Ella si
trova di salute; di poi le domando come va l’Antologia poetica, e per
quando Ella crede ch’io ne potrò aver qui il ms., che vorrei, se si
potesse, che fosse bello e stampato in Settembre. Già al caso Ella sa
che lo può inviare all’amico Moratti, raccomandandogli di farmelo avere
sollecitamente. Dopo ci scriveremo sul lavoro del Dizionario delle cose
inutili, e così sopra un qualche grande lavoro che sia degno del di Lei