Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/273

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veramente fino all’anima. Lodato però il cielo che ora par che siate, se non ristabiliti del tutto, almeno migliorati. Io per me ho un grandissimo desiderio di rivedervi, ma sapete che il viag- giare mi sarà eternamente, non solo dannoso, ma pericoloso. Quest’ultimo viaggetto da Pisa a Firenze, dopo il quale, ben- ché fatto di notte, sono stato male degl’intestini più giorni, ha potuto finire di persuadermi che io non son più fatto per muo- vermi. Mi viene una gran voglia di terminare una volta tanti malanni, e di rendermi immobile un poco più perfettamente; perchè in verità la stizza mi monta di quando in quando: ma non temete, che in somma avrò pazienza sino alla fine di que- sta maledetta vita. Direte mille e mille cose per me alla Mamma e al Papà; e così al vostro e mio Ferdinando, se è costì, o quando gli scrivete; e bacerete Emilietto e la Clelietta. Vedrete presto Giordani, che partirà di qua per Piacenza sul principio di luglio. Se mi volete bene, abbiatevi cura grande. Addio, addio. Il vostro Leopardi

1292. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 25 giugno 1828.

Signore ed Amico amatiss.1"” Il troppo caldo, e forse ancor più il troppo amore ai comodi della vita, che nella mia età è cosa compatibile, m’hanno impedito, dopo Torino e Genova, di proseguire il viaggio per la Toscana com’era mia intenzione e mio desiderio per passar qualche giorno con Lei princi- palmente. Io non dispero di farlo in quest’anno stesso, e ciò alleggeri- sce il dispiacere che ora provo di non aver proseguito il mio viaggio. Supplirò alla meglio per lettera, e da prima le domando com’Ella si trova di salute; di poi le domando come va l’Antologia poetica, e per quando Ella crede ch’io ne potrò aver qui il ms., che vorrei, se si potesse, che fosse bello e stampato in Settembre. Già al caso Ella sa che lo può inviare all’amico Moratti, raccomandandogli di farmelo avere sollecitamente. Dopo ci scriveremo sul lavoro del Dizionario delle cose inutili, e così sopra un qualche grande lavoro che sia degno del di Lei