1372. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed amico amatiss.
Mi vergogno veramente di averle fatto attendere per tanto
tempo queste poche e misere righe di preambolo alla Cresto-
mazia poetica, che troverà qui accluse. Ella penerà a crederlo,
ma Io stato della mia povera salute è talmente contrario ad ogni
benché minima applicazione, che anche ora, e per comporre que-
ste sole due pagine, son dovuto entrare in convulsione e in una
specie di febbre. Desidero ch’Ella mi dica se questo piccolo proe-
mio è di sua soddisfazione, e come le riesce la Crestom. poetica.
Se Ella vedesse costì il professor Martini di Torino, mi fa-
rebbe grazia a riverirlo da mia parte.
Io partirò da Firenze per Recanati al principio di Novem-
bre. Se Ella si compiacesse di ordinare che a quell’epoca, oltre
il mensile di Ottobre, mi fosse contato ancor quello di Novem-
bre, quest’ultimo favore (che mi gioverebbe assai pel viaggio)
colmerebbe la gratitudine che io le porto e le professo e profes-
serò sempre per i tanti altri che ho ricevuti da Lei.
Riverisco cordialmente la sua famiglia, e in particolare lo
sposo, a cui la prego di ricordare la stima che io fo del suo inge-
gno. Mi ami e mi creda
suo affettuosiss. S.re ed amico Giacomo Leopardi |
1373. |
Di Gian Pietro Vieusseux. |
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[Firenze, a dì 1. Ottobre 1828.] |
G.P. Vieusseux, Direttore dell’Antologia, prega il Sig.
Conte Leopardi
di fargli l’onore d’intervenire alle riunioni che avranno luogo in
casa sua, lunedì p.v. 6 del corrente, alle ore 8. di sera, ed ogni lunedì,
sino al 24 dicembre inclusive.