Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/370

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quell’assegno un uomo vive bene in questo paese, ove le merci e le derrate sono a buon prezzo. Le difficoltà, che ci farete voi, le abbiamo prevedute. Direte forse, che questo non fu il vostro studio più princi- pale; ma in pochi mesi, in un anno, se volete, potete rendervi arci- provvedutissimo delle cognizioni, che si richieggono per salire sur una cattedra, che è qui, come nuova, perchè il professore, che ci era, non fece mai scuola. Potete dunque prendere quell’agio, quel tempo che può esigere da voi la vostra salute, e la vostra timida verecondia. La scuola si fa tre sole volte la settimana, e non dura che un’ora. Ci sono quattro mesi di vacanze: in tutto l’anno si faranno sessanta lezioni e nulla più. Se voleste risparmiare il petto a recitar le lezioni, potreste valervi di quello di qualche discepolo, di voce e intelletto buono. A tutte queste cose, e a tutte quelle, che si confacessero col vostro comodo, e colle vostre fisiche facoltà, consentirebbe di buon grado chi può consentirvi. Caro Leopardi, non frustrate la dolce nostra spe- ranza, di avervi tra noi, ad illustrare questa già celebre Università, e a rallegrare di vostra presenza gli antichi vostri amici, quali siamo noi, e tanti altri che qui vi stimano altamente, e andrebbero superbi di possedervi. Pensateci bene: prima di dire del no, ditemi sincera- mente le difficoltà che vi si presentassero, ma ditele coll’animo docile, e disposto ad essere persuaso di quanto potrò rispondervi: e la rispo- sta sarà al certo conforme al bene vostro, e all’amore, che tutti noi vi portiamo, grandissimo. E sarà una nuova prova, e la più bella che possiate darci della preziosa vostra amicizia, quella di secondarci, anche con qualche vostro (che non sia gravissimo) sacrificio nelle nostre buone intenzioni. Il Prof.rc Tommasini, e la S.“ Antonietta vi salutano cara- mente, e si propongono di scrivervi anch’essi con parole dello stesso tenore. Abbiatemi sempre aff.mo e carmo Amico F. Maestri Ho rotto il sigillo io stesso per inserirvi il foglio della S.a Anto- nietta.